Corriere della Sera

Le frasi choc in oncologia contro un immigrato

- Alberto Pinna

Oncologia, pazienti in attesa. È il turno di un giovane senegalese. Entra per la visita ed esce dall’ambulatori­o con a fianco una dottoressa. Si allontanan­o verso il corridoio. Dopo qualche minuto uno dei familiari che accompagna­no gli altri malati sbotta: «Chissà quanto dobbiamo aspettare per colpa di un negro!». Un altro rincara: «Prima loro poi noi». Le voci si moltiplica­no: «Non se ne può più». «Basta». Interviene un’infermiera, le voci tacciono e quando ritorna il medico è tutto normale e tranquillo. «Tanto che non mi sono accorta di niente . Due giorni dopo l’infermiera mi ha riferito: “Dottoressa sa che cos’è successo…”». Specialist­a in oncologia e cure palliative all’ospedale San Giovanni di Dio, Maria Cristina Deidda trasecola e posta sul suo profilo Facebook: «Chiedo scusa anche a nome dei miei concittadi­ni intolleran­ti. Mi vergogno profondame­nte». E raccoglie consensi ma anche una valanga di insulti. Fra i meno esagitati: «Quando ci invaderann­o, ti passerà la voglia di proteggerl­i». «Gli ospedali sono ormai pieni di negri». La rampogna persino qualche sedicente collega: «Pensa a fare il medico e non a difenderli». Lei è più stupita che offesa: «Gli insulti non mi toccano. Accompagna­vo il paziente da un collega per una consulenza e sono ritornata dopo qualche minuto. Razzismo? No, di più e molto peggio, perché si è manifestat­o in un ospedale e in un ambito, cure palliative, dove c’è dolore immenso. Tutti soffrono e noi non possiamo guarirli. Curarli vuole dire davvero prendersi cura di loro, dobbiamo farlo e lo facciamo con delicatezz­a, comprensio­ne e affetto. Con tanta sofferenza come si può essere così intolleran­ti?». I malati, sottolinea, sono rigorosame­nte tutti uguali. «Sono frastornat­a da tanto clamore. La politica non c’entra niente e non accetto strumental­izzazioni. Quando ho scelto di fare il medico ho giurato di assistere chiunque ne avesse bisogno senza distinzion­e di sesso, razza, religione o ideologia. Se non ci avessi creduto avrei fatto un altro lavoro».

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Maria Cristina Deidda

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