«I tempi sono cambiati ma il sindacato va avanti»
Caro Cazzullo, in relazione alla lettera «Sindacalisti: dove sono quelli di un tempo?», credo che fare sindacato, oggi, sia più difficile che in passato. Peraltro, l’enorme massa di informazioni rende meno percepibile l’attività di alcuni soggetti collettivi. Eppure, le trasformazioni socioeconomiche e i tentativi di delegittimazione da parte di quei poteri che lo avvertono come un ostacolo, non hanno spazzato via il sindacato. La ragione mi pare evidente: noi continuiamo a mantenere costante e quotidiano il rapporto con i nostri rappresentati. E, nonostante gli ultimi governi abbiano cercato di ridurre o eliminare il dialogo con le parti sociali, veniamo sempre chiamati a rimediare ai guasti generati dalle carenti o inesistenti politiche industriali ed economiche.
Le vertenze aziendali sono all’ordine del giorno e solo grazie agli accordi sindacali si sono risolti i problemi o si è evitato il peggio. Inoltre, alle elezioni per le rappresentanze sindacali partecipa, mediamente, l’80% dei lavoratori coinvolti e la stragrande maggioranza esprime il proprio consenso al sindacato confederale, con una Uil in costante crescita e prima in molte importanti realtà.
Infine, uno studio di Demoskopika ha confermato che la Uil è l’unica a crescere anche in numero di iscritti. E chi sia il Segretario generale, costoro lo sanno bene.
segretario generale Uil
Carmelo Barbagallo,