Corriere della Sera

Orgoglio Milano

In duemila a Linate per Emporio Armani Esserci è stato un segno di «appartenen­za» A una città e ad uno stile

- 1 2 3 4 5 6 7 Paola Pollo

E sserci stati l’altra sera, sotto l’hangar di Linate, brandizzat­o Emporio Armani, fra i duemila e più invitati «imbarcati» è stato un segno di appartenen­za a Milano. E forse era proprio questo che Giorgio Armani voleva trasmetter­e regalando un evento così grande. Una sfilata encicloped­ica dello stile. Un omaggio faraonico alla città. Un messaggio forte che parla di tribù e di generazion­i e di un gran desiderio di farle dialogare fra di loro. Più di centosessa­nta uscite, nel quadrato di un’arena degna dei più famosi palazzi dell’nba, con tabelloni e gradinate. Collezioni maschili e femminili per la prima volta insieme, forti della coerenza di stile con un lui più atletico e mediterran­eo in bermuda morbide e giacche maglia di ogni o nei nuovi gessati dai pantaloni generazion­e baggy; e una lei più civettuola e femminile nelle tute di organza tecnica, nei bra di neoprene, nelle mini di paillette, negli spolverini rosa. Dice Robbie Williams che in kilt luccicante si scatena sul palco: «Sorridete! Nella moda siete troppo seri». Come dargli torto? Però se non si può certo dire che non si respiri un’aria energizzan­te a questo giro. È tutta un colore, e passi, ma anche e un fiore persino la donna Versace, simbolo, sostiene Donatella, di gioia e di vita perché «forte più che mai». E se come è, creatura e creatore sono spesso specchio una dell’altro, è così che la stilista oggi si sente. Come fiamme escono le top in cappotti di duchesse colorati, in abiti accesi di jersey drappeggia­to o in tulle sovrappost­i a contrasto, in smoking stra-lucidi, in vesti mini da sexy musa o midi da lady. Uno, nessuno, centomila che è una novità per il brand della medusa.

La scommessa raccolta da Tod’s ha già un po’ il sapore della vittoria se poche stagione dall’averla lanciata è una certezza: riformular­e un intero guardaroba in pelle, dal tailleur atletico (con i pantaloni con la banda e il piccolo bomber) a quello più stiloso (con blazer perfetto), dagli short alla t-shirt, dallo scamiciata alla sahariana, dal trench alle piume. Touch (morbidezze e leggerezze estreme) e colori (i bruciati e i rosa i più incredibil­i) di grande gusto. Nessun capo escluso, solo qualche divagazion­e in stoffa: la camicia bianca e una seta stampata. Con la consapevol­ezza che certa artigianal­ità italiana è ineguaglia­bile. Per lei, ma anche per lui.

Voglia di viaggi, evasioni. E tempo libero, e sport. Moda specchio dei desideri di tutti. Abbasso la business woman, viva la viaggiatri­ce atletica. Persino se il soggetto è una zia d’america che torna in Sicilia a far visita a un Marco de Vincenzo bambino che oggi se la ricorda in abiti di pizzo, stivali Superga (una nuova collaboraz­ione), giubbino modello jeans ma di tulle profilato di strass, abiti-canotta di paillettes. Bellissima visione, sì. Poi ecco il Pacifico Zen di Etro, paradiso dei surfisti. Veronica Etro è solare e raggiante, come sempre. Anzi forse un po’ di più, perché lei quando si parla di libertà prende il volo e va, sognando che anche tutti gli altri la seguano. Un po’ come nell’uscita finale, al braccio del padre Jimmo e con il gruppo di modelle dietro allegre e spensierat­e nelle vesti patchwork di sete paisley, nelle vestaglie di jeans, nei costumi di neoprene, nelle tuniche di chiffon, nei tailleur ricamati.

Da Biarritz alle Hawaii alla ricerca dell’onda perfetta: stesso mondo di rifermento anche da Sportmax dove la collezione pare cucita addosso all’ideale surfista perbene e perfetta. Con i suoi abiti profilati come le mute, i suoi parka in tessuti tecnici, i giubbotti leggeri annodati in vita, le coulisse sportiva. Motori e colori da Iceberg per il ritorno allo show firmato dall’inglese James Long che è tutto un rombo e una carrozzeri­a: biker e tute e maglie ergonomich­e e logo. Persino la regina delle rose Anna Molinari mette i ciclisti sotto lo chiffon e decide che la sua giovane donna Blumarine sia un po’ poetica e un po’ atletica osando le braghette fluo alla Chris Froome — l’ultimo vincitore del Giro — a contrasto dell’abito di pizzo o di croquet. Lupus in fabula: lo sport nel dna di Msgm e l’aggiorname­nto di Massimo Giorgetti questa volta è l’invito che sta scritto sugli spolverini «Sogna, sogna, sogna» come «atto di positività». Lo sforzo creativo è quello di rendere così tutto evanescent­e, sfumato, fluido — dalle stampe ai colori alle forme — come in un sogno giustappun­to: dalla felpa ai tailleur in nylon tecnico. Antonio Marras, «il» menestrell­o, racconta invece la storia della principess­a Roman Worq, primogenit­a del Negus Hailé Selassié, prigionier­a di Mussolini all’asinara. Eccola la giovane donna di colore indossare le giacche militari rappezzate di sete e pizzi del padre e le tuniche di chiffon e gli abiti sottovesti scivolati in patchwork di vite a palazzo. E lo stile è inconfondi­bile.

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Nell’hangar Un momento della sfilata di Emporio Armani, giovedì sera nell’hangar dell’aeroporto di Linate
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