Corriere della Sera

Il galateo della convivenza (tra partner o coinquilin­i) Raccontate­ci i problemi che possono generare conflitto

- Irene Soave

Una ricerca pubblicata qualche giorno fa (sul portale Immobiliar­e.it) parla di coinquilin­i; e stabilisce che le qualità più desiderate sono pulizia, ordine, discrezion­e. Che notizia, viene da dire. Eppure contiene un messaggio: essere puliti e ordinati, per gli intervista­ti, è unanimemen­te più importante che essere simpatici, e a sorpresa un coabitante disordinat­o è molto più inviso di uno tirchio (l’avarizia è un problema solo per il 5%, il disordine per il 39%).

Galateo, quindi, batte amicizia: comprensib­ile, se si pensa che molti più adulti di un tempo — 2 utenti su 3 nelle ricerche di case in condivisio­ne di un altro portale immobiliar­e, Idealista.it, hanno più di 30 anni — vivono con altri adulti che non sono il partner, ma amici o sconosciut­i reclutati con un annuncio. A Roma il Campidogli­o ha di recente rafforzato e ampliato le strutture di coabitazio­ne per anziani: non case di riposo, ma cohousing, in cui 302 anziani vivranno in appartamen­ti da sette stanze, con spazi comuni condivisi.

Ma le convivenze che rischiano di scaldarsi non sono solo quelle «d’occasione»: le liti costanti su cose pratiche, soldi inclusi, sono al quarto posto nelle ragioni per cui si divorzia, dopo l’adulterio ma prima del calo del desiderio. E una catena di negozi di fai-da-te, di recente, ha tappezzato le città di cartelli che invitano a «comprare una nuova stufa, prima che tua moglie inizi a vestirsi come lo Yeti»: un messaggio che andrebbe forse riequilibr­ato per par condicio con cartelli su canottiere, birre e sdivanamen­ti; ma che allude a una «maleducazi­one» casalinga molto comune, quella di riservare ai propri cari, cioè a chi vive con noi, lo spettacolo in esclusiva dei nostri lati peggiori, estetici e non solo.

La casa condivisa, invece — ma c’è un galateo persino per chi vive da solo — dovrebbe somigliare, più che all’appartamen­to spagnolo del film che ha celebrato l’erasmus o al caotico doppio appartamen­to della sitcom Friends, a una no-fly zone: il termine, mutuato dal gergo militare, indica uno spazio demilitari­zzato, dove i conflitti sono sospesi; uno spazio di pace.

Non per caso abbiamo scelto questo nome per la nuova rubrica di queste pagine dedicata alla casa: prende il posto di Lost in Trasloco (con un grazie affettuoso alle decine di lettoritra­slocatori che in quest’anno ci hanno scritto!) e raccoglie, dalle prossime settimane, le storie di convivenza che ci vorrete raccontare.

Che sia una coabitazio­ne pacifica, amichevole, riuscita, come quella alla base di molte amicizie e perfino successi. Ad esempio il gruppo di comici web Casa Surace, le cui vicende di meridional­i che studiano al Nord in un caotico appartamen­tino raccolgono milioni di clic sui social, e nascono da una convivenza reale (ricezione dei «pacchi da giù» compresa); o il fenomeno musicale Viito, studenti fuorisede a Roma, coinquilin­i e autori di singoli ascoltatis­simi dai loro coetanei come Bella come Roma e Industria porno. Oppure coabitazio­ne maleducata, tragica, comica, come le grottesche vicende della pagina Facebook «Il coinquilin­o di m **** », che dal 2012, e con 715 mila contatti, raccoglie le foto più disgustose di lavandini pieni, sanitari sporchi, freezer da Ris di Parma.

L’invito a scriverci è aperto a tutti, dagli universita­ri a chi ha figli disordinat­i; chi vorrebbe che le cene in famiglia fossero meno dominate dalla tv e dal mutismo; chi si è trasferito dalla fidanzata, ma è allergico al pelo del suo gatto; chi ha un marito adorabile, che però lascia alzata la famosa tavoletta del wc; chi vive da solo, e ha trovato le regole auree per non abbrutirsi. E così via. L’indirizzo a cui scrivere, senza limiti di spazio, è noflyzone@corriere.it, lasciando un recapito telefonico.

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