Corriere della Sera

Tim, Vivendi alza il muro su Genish L’asta per il 5G a quota 4,4 miliardi

I francesi: voci diffuse da persone con interessi personali. Board convocato lunedì

- Fabrizio Massaro

L’amministra­tore delegato di Tim, Amos Genish, incassa il sostegno del primo azionista, la francese Vivendi, di fronte alle critiche e alle voci che vogliono il top manager in uscita dal gruppo. Per bocca di un portavoce ieri il gruppo francese — poco prima del comitato strategico di ieri pomeriggio che ha discusso temi importanti in vista del consiglio di lunedì come l’asta 5G, la questione della rete e l’eventuale espansione in Brasile con l’offerta su Nextel — ha condannato «i rumor anonimi e orribili» diffusi da «persone con interessi personali. Abbiamo sempre supportato il ceo di Tim, continuiam­o a supportarl­o, non è cambiato niente», ha aggiunto con riferiment­o al ribaltone che in primavera ha visto Genish riconferma­to ceo da una maggioranz­a coagulata in funzione anti-vivendi dal fondo americano Elliott, secondo socio con l’8,8% (che secondo il quotidiano MF avrebbe smontato la protezione «collar» sulla quota monetizzan­dolo al mark to market con un guadagno di 160 milioni).

«Riteniamo che questi rumor siano molto insidiosi» e che siano messi in giro da «persone che stanno cercando di fare danni e non stanno

agendo nell’interesse di Tim e degli azionisti», ha aggiunto il portavoce. «Condanniam­o del tutto questo comportame­nto. Ci chiediamo da dove provengano questi rumor, se da anonimi membri del board, se da Singer, cioè da Elliott. Non riusciamo a capire chi e perché sta creando questi rumor». Anche Elliott, dieci giorni fa, ha confermato il manager, chiedendo pazienza in attesa dei risultati. Certo, i rumors si susseguono: qualcuno si spinge a indicare il nome del sostituto di Genish in Alfredo Altavilla, il top manager appena uscito da Fca.

Ieri Genish era presente in videoconfe­renza da Londra al

comitato strategico, una riunione descritta come costruttiv­a, nella quale il ceo ha esposto alcune operazioni.

Tra i dossier aperti ci sono la vendita di Persidera, la società per la trasmissio­ne in digitale terrestre (i cosiddetti «mux»), al 70% di Tim su cui ha messo gli occhi il fondo di private equity I Squared, e l’alleggerim­ento della quota in Inwit, la società delle torri. Resta aperta anche la cessione di Sparkle, non considerat­a strategica da Genish ma sulla quale il governo ha già fatto filtrare la sua opposizion­e. Secondo Mediobanca la cessione di Sparkle, Persidera e Inwit potrebbe generare fino a 4 miliardi di cash.

Grande attenzione anche al dossier Brasile, dove Tim è presente: Nextel è il quinto operatore mobile del Paese con circa 3 milioni di clienti ma è in difficoltà finanziari­e e il fondo Nii Holding vuole uscire. Secondo Equita «il valore principale sembra essere nelle frequenze e nelle potenziali sinergie attivabili. Ai prezzi di borsa, viene valutata circa 1 miliardo di euro per il 100%». L’obiettivo di Genish sarebbe non solo rafforzars­i in Brasile, ma anche sondare il consenso in consiglio. C’è da impostare anche la posizione del gruppo di fronte alla concorrenz­a di Iliad nella telefonia mobile. Sul tavolo c’è poi l’asta delle fondamenta­li frequenze per il 5G che sta diventando sempre più costosa, a tutto vantaggio del governo. Ieri — settimo giorno di gara al ministero dello Sviluppo economico — il valore delle offerte da parte dei gestori in gara ha raggiunto i 4,417 miliardi di euro, ben al di sopra dei 2,5 miliardi previsti nella scorsa legge di bilancio e che potrà essere spesa nell’ambito della prossima manovra allo studio del ministro Giovanni Tria. Lunedì si ricomincia.

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 ??  ?? Su Corriere.it Nella sezione Economia di Corriere.it tutti gli aggiorname­nti sul caso Tim e le quotazioni di Borsa
Su Corriere.it Nella sezione Economia di Corriere.it tutti gli aggiorname­nti sul caso Tim e le quotazioni di Borsa

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