Uber vuole Deliveroo Trattative miliardarie per i pranzi a casa
Che il cosiddetto «food delivery» fosse una priorità per Uber, non era affatto un mistero. Anzi, a dichiararlo pubblicamente era stato a inizio anno lo stesso amministratore delegato Dara Khosrowshahi nel corso di una conferenza: «Ubereats sta esplodendo — aveva detto il ceo — e penso che diventerà quest’anno la più grande compagnia di food-delivery al mondo». Serviva però aumentare la potenza di fuoco: pur essendo cresciuta infatti a ritmi del 200%, Ubereats aveva e ha bisogno di crescere in Europa. E la chance potrebbe arrivare ora dalla capitale britannica con Deliveroo, una L’amministratore delegato di Uber Dara Khosrowshahi ha annunciato a inizio anno: «Diventeremo la più grande food-delivery company al mondo» delle più grandi startup europee che l’anno scorso ha raccolto circa 480 milioni di dollari dagli investitori. E che ora è entrate nelle mire di Uber.
A rivelarlo, ieri, è stata Bloomberg secondo cui l’offerta per Deliveroo da parte del gruppo californiano nato come servizio alternativo al taxi tradizionale, potrebbe essere «notevolmente superiore» alla valutazione di 2 miliardi di dollari della società britannica di consegna di cibo a domicilio. Insieme, Ubereats e Deliveroo potrebbero creare un business capace di entrare in competizione con Justeat, leader incontrastato del settore, che ieri ha cominciato a soffrire della notizia in Borsa, con il titolo arrivato a scendere del 7% in apertura
Massa critica Deliveroo è una delle più grandi start up europee, ha raccolto 480 milioni di dollari
del London Stock Exchange. Ed è proprio il mercato inglese quello da cui potrebbe partire l’unione Uber Eats Deliveroo, per arrivare a servire insieme circa 17 mila ristoranti contro i 30 mila attuali di Just Eat sul mercato britannico.
Il prezzo di acquisizione di Deliveroo, nonostante le indiscrezioni, resta ad oggi sconosciuto e non è neanche detto che la fase interlocutoria attuale tra le due società termini alla fine con un’operazione di questo tipo, soprattutto perché Deliveroo e i suoi investitori sarebbero riluttanti a rinunciare all’indipendenza della società. Tanto che si è anche parlato di una possibile partnership. Quel che è certo è che il settore delle consegne di cibo a domicilio è in questo momento in particolare fibrillazione. Soprattutto negli Stati Uniti: Postmates ad esempio, un’altra start-up del settore, ha appena raccolto 300 milioni di investimenti da parte di fondi di venture capital aumentando la sua valutazione a 1,2 miliardi di dollari dai 600 milioni del 2016. La stessa Deliveroo ha aumentato i ricavi nel 2016 del 611% a 128 milioni di sterline e ha speso quest’anno più di 13 milioni di sterline per i riders. Leggermente diversa la situazione in Italia, mercato considerato dagli esperti ancora acerbo e con troppa concorrenza, tanto da spingere Foodora, circa un mese fa, ad annunciare l’addio per puntare su altri Paesi europei.