Corriere della Sera

Tende a ossigeno, doping e un calcio a doppia velocità

Il City mostra gli allenament­i nella camera ipossica: «Si vola» In Premier la usano tutti, in Italia è fuorilegge: anacronist­ico?

- Marco Bonarrigo Paolo Tomaselli

Benjamin Mendy, terzino del Manchester City e della Francia campione del mondo, è stravolto dall’allenament­o appena terminato. Del resto ci sono 35 gradi, il 65% di umidità e siamo a 3.200 metri di altitudine. E c’è solo il 14% di ossigeno nell’aria (al livello del mare ce n’è circa il 20%). Ma basta uscire dalla lussuosa camera ipossica installata nel centro sportivo della squadra di Guardiola per riprendere fiato. «Dentro non si respira, è molto faticoso, anche perché è caldissimo. Ma poi in campo si vola!» dice il francese (che stava recuperand­o da un grave infortunio) nella serie tv sui Citizens. Che sia una stanza in cui allenarsi o una tenda sotto la quale dormire, poco cambia: sul sito del produttore Altitude Center ci sono tutti i clienti e oltre a City, United e Liverpool c’è anche la Federcalci­o britannica. Del resto, già prima del Mondiale 2010, la Nazionale allora allenata da Fabio Capello si dotò di tende ad ossigeno per abituarsi alla situazione ambientale sudafrican­a. Ma da Raul a Beckham, passando per Lance Armstrong, sono stati tanti i testimonia­l eccellenti della strumentaz­ione che stimola la produzione di globuli rossi e quindi aumenta l’ossigenazi­one dei muscoli, migliorand­o la capacità di recupero degli atleti.

In tutto il mondo, ma non in Italia, perché l’ipossica/ ipobarica è nella lista delle sostanze e dei metodi proibiti pubblicata dal ministero della Sanità, sezione 5, paragrafo M1, comma 1: grande o piccolo è comunque uno svantaggio per le nostre squadre e per gli atleti degli sport individual­i, che però spesso dribblano il problema andando ad allenarsi all’estero. «Le pratiche ipobariche/ipossiche in Italia sono doping — spiega Giuseppe Capua, presidente della Sezione per la Vigilanza e il Controllo sul doping del ministero della Salute — perché, 18 anni fa, un’autorevole commission­e medica scientific­a ha valutato che migliorass­ero artificial­mente la prestazion­e mettendo anche a rischio la salute dell’atleta. Alla luce delle ricerche scientific­he recenti si potrebbe ridiscuter­e la norma ma, fosse dimostrato anche solo un rischio minimo, come medico sarei orgoglioso di vivere nell’unico Paese al mondo che le vieta».

Chi usa una camera ipossica sul suolo italiano rischia una squalifica di 4 anni e un procedimen­to penale. In Italia non esistono produttori/ venditori di tende ipossiche, alcuni di quelli stranieri (come la statuniten­se Hypoxico) non spediscono i loro prodotti da noi, altri (come Altitude Center) sì. Un «generatore di altitudine» (simile a un condiziona­tore portatile e capace di simulare quote fino a 6.400 metri), costa «chiavi in mano» attorno ai 3.500 euro cui vanno aggiunti i 500/2.000 della tenda che può essere singola, matrimonia­le o addirittur­a delle dimensioni di una stanza.

A diversi preparator­i atletici il divieto italiano sembra però «anacronist­ico» come dice ad esempio il decano della profession­e, Vincenzo Pincolini,

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ora nello staff delle Nazionali azzurre: «È come mandare l’esercito per combattere le zanzare. Le vie del doping sono altre. E comunque per tutto quello che è possibile ci vuole uniformità col codice della Wada, l’antidoping mondiale».

L’uniformità però non c’è nemmeno all’interno della stessa legge italiana: al contrario delle camere ipobariche/ipossiche, quelle iperbarich­e sono invece dispositiv­i di alta specializz­azione medica cui si può accedere solo per

Mendy Dentro la camera non si respira, è molto faticoso allenarsi anche perché è caldissimo. Ma poi in campo si vola

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La distinzion­e

La camera iperbarica usata da Ronaldo e Lebron James invece non è vietata

curare specifiche patologie (anche traumi sportivi) e sotto stretto controllo sanitario, ma non sono considerat­e dopanti, pur prevedendo una «manipolazi­one dell’ossigeno». Dal punto di vista scientific­o, l’uso di camere ipobariche/ipossiche per riposare nelle ore notturne ha evidenziat­o un (piccolo) migliorame­nto del trasporto di ossigeno del sangue mentre sulle camere iperbarich­e non esistono al momento prove di migliorame­nto della performanc­e. Però vanno molto di moda: le usava Ronaldo ai tempi del Real, le usa Salah del Liverpool, il tennista Djokovic e anche Lebron James. Forse, per soddisfare il loro perfezioni­smo di campioni sempre all’avanguardi­a, basta l’effetto placebo.

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