«Noi più forti Ecco come si può vincere»
Marco Balich sta per entrare nel Guinness World Records in quanto può vantare il primato mondiale nell’organizzazione di eventi olimpici. Ha preparato le cerimonie delle Olimpiadi invernali di Torino 2006, le Paralimpiche di Sochi 2014 e Rio 2016. Con la sua società si è appena aggiudicato le manifestazioni clou delle Paralimpiadi di Giakarta 2018 e dei Panamerican Games di Lima 2019. E fa parte anche della «short list» per i Giochi di Tokyo 2020.
Balich, come si vince nella gara di fronte al Cio?
«È un lavoro di strategia alla Risiko. Dipende certamente dai governi e dalla loro capacità di proporsi. Poi c’è il fattore organizzazione: l’energia che esprime una candidatura, il livello di efficienza messo in campo. Sia Torino con le Olimpiadi 2006 che Milano con l’expo hanno saputo gestire eventi molto complessi. Conta anche la presenza di industrie e brand forti sul territorio».
organizza: è giusto?
«Si imputano le crisi economiche ai Giochi, ma le spese militari sono molto più alte e producono molto meno ritorno. L’expo ha rilanciato Milano e ne ha beneficiato tutto il Nord Italia. Torino ha trovato un senso di bellezza nuova con i Giochi Invernali. Le Olimpiadi sono un volano incredibile di energie e risorse pubbliche e private».
L’italia è nell’impasse tra Milano, Torino e Cortina. È possibile una candidatura a tre?
«A mia memoria non ci sono casi di candidatura a doppio o triplo nome. Il fatto che sia una città a proporsi per i Winter Games non è invece dirimente. Le prossime Olimpiadi invernali nel 2022 saranno a Pechino e abbracceranno un territorio enorme. A prescindere dal fatto che la candidatura sia a due o a tre, è centrale che l’italia affronti belle sfide e non torni a chiudersi. Torino si è già dimostrata valida e Milano con Expo ha dato una prova organizzativa potente e oggi la città è un brand vincente. Cortina dal canto suo ci riporta all’epopea dei Giochi del ’56».
Quindi vanno superate le attuali divisioni?
«Speriamo che si trovi la quadra. L’italia ha molte chance di vincere. Stoccolma e Calgary sono meno forti di noi, mentre la Turchia vive un momento difficile. Uniti ce la possiamo fare».