Le Buone Notizie lunghe un anno
Domani il numero speciale dell’inserto del «Corriere» con i dodici premi del Comitato
Un anno di Buone Notizie. Il settimanale esce con un numero speciale domani.
P er il nostro primo compleanno, un inserto sulle «Economie della fiducia». Perché la fiducia genera futuro: consente di vedere il mondo da un’altra prospettiva, produce valore, crea circuiti di positività. Fa bene, insomma, e allarga il cuore. E forse abbiamo tutti bisogno di poterci fidare un po’ di più di chi ci sta vicino e del mondo in cui viviamo. Non in maniera superficiale, ma con cognizione di causa.
Un anno fa, il 19 settembre, è cominciata l’avventura dell’inserto Buone Notizie-l’impresa del bene ed eravamo sicuri di andare incontro a una richiesta precisa dei nostri lettori: «Raccontateci anche qualche buona notizia». Perché siamo tutti un po’ straziati dalle tragedie di ogni giorno; e perché, lo avevamo detto con le parole del giurista dell’ottocento Giacinto Dragonetti, è doveroso valorizzare le buone pratiche e l’energia di chi cerca soluzioni invece di fermarsi alla lamentela. «Economie della fiducia» è questo.
Non è difficile riconoscersi nell’esercito del «mezzo pieno». A fronte di ciò, però, esiste una crisi di fiducia, appunto, che ha colpito tante organizzazioni del Terzo settore. L’effetto più immediato è stato il calo nelle donazioni: «Chissà come usano i soldi, chissà chi li controlla», il refrain ascoltato molte volte. Con il Comitato scientifico che vigila su Buone Notizie abbiamo così avviato una inchiesta che da metà luglio e in 10 puntate ha cercato di fare chiarezza sul mondo delle Organizzazioni non governative, oggi spesso confuso con «quelli che salvano i barconi del mare». E che è molto, molto di più. Abbiamo seguito alcuni loro progetti ripercorrendo il percorso della donazione, andando a vedere i risultati ottenuti in villaggi africani e comunità italiane, scoprendo fra l’altro che le Ong sono diventate (anche) una prospettiva occupazionale per molti giovani. «Economie della fiducia» è questo.
Sempre con il Comitato abbiamo pensato di individuare alcune realtà, diverse per ambito di azione e collocazione geografica, da premiare. Un riconoscimento che è un po’ il nostro sigillo di garanzia su esperienze che testimoniano i valori di trasparenza, innovazione, coraggio, efficacia, replicabilità. Domani, durante la festa di compleanno di Buone Notizie, distribuiremo dieci premi e due menzioni speciali per associazioni, fondazioni, cooperative, persone che il Comitato ha individuato all’unanimità valutando una rosa di tantissime storie che avrebbero ugualmente meritato. Li raccontiamo nelle pagine dell’inserto speciale in edicola domani, e vorremmo che idealmente il premio andasse a tutti quelli di cui abbiamo parlato in questo anno di Buone Notizie e di cui ancora parleremo. «Economie della fiducia» è anche questo.
Per la copertina di questo speciale ci siamo rivolti a Bros, un artista diventato famoso per la sua street art un po’ provocatoria e attenta all’interesse collettivo. Gli abbiamo chiesto di tradurre in immagine l’idea di «Economie della fiducia» e lui ci ha spiazzati portando in redazione un segno semplice, che ha aperto a una riflessione: uno smile a rovescio. Oppure no, a rovescio va messa la copertina. Ed ecco il punto: dipende da come lo guardi e dipende da quanto ti metti in gioco. La copertina, ma anche ogni cosa che capita e ogni cosa che viene proposta: economie della fiducia è il nostro bicchiere mezzo pieno (e Bros realizzerà un’opera che metteremo all’asta e l’intero ricavato andrà alla Fondazione Domus De Luna).
Nell’inserto abbiamo dato la parola a persone che sono state fondamentali nel cammino. Il presidente della Fondazione Corriere, Piergaetano Marchetti, che sostiene Buone Notizie, sceglie la parola «resistenza» da unire a quella di fiducia. Giuseppe Guzzetti, il presidente dell’acri che raggruppa le fondazioni di origine bancaria, punta sui giovani come baluardo contro l’odio. Il professor Stefano Zamagni, del nostro Comitato scientifico, si appella al governo perché c’è ancora aperta la partita per la Riforma del Terzo settore: migliorabile ma assolutamente necessaria. E poi alcune delle storie scritte dai lettori, che continuano ad arrivare: perché ciascuno, se ci pensa bene, ha una buona notizia da condividere.
Le economie della fiducia ci fanno vedere il mondo da una prospettiva positiva