Corriere della Sera

Nostalgia del francoboll­o

Salvini: Casalino? Non serve minacciare, la manovra verrà bene

- Di Pierluigi Battista

Eadesso arriva il premier dell’era di Casaleggio che loda la superiorit­à del francoboll­o sul tasto «invia», della penna sul computer.

«Miracolosa», «coraggiosa» per chi la sta redigendo. «Disastrosa», «pericolosa», per chi la attende dai banchi dell’opposizion­e. Le opinioni sono infinite. I fatti li conoscerem­o in settimana. Oggi si riunisce il Consiglio dei ministri, e anche se la manovra non è all’ordine del giorno, è presumibil­e che si discuta della Nota di aggiorname­nto al Def — il documento che aggiorna le previsioni economiche e di finanza del Paese — che il governo deve approvare entro giovedì. Per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non c’è dubbio: sarà una manovra «utile al Paese». Il premier ha chiarito di «aver fiducia» nel ministro dell’economia Giovanni Tria come «in tutti i ministri». Poi ha parlato dei tecnici, dopo le polemiche sull’audio del suo portavoce Rocco Casalino: «La burocrazia amministra­tiva è al servizio delle nostre iniziative, spetta a noi dare l’indirizzo, il dialogo è serrato», ha specificat­o. Dello stesso tono anche il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, che ha sottolinea­to la presunta armonia del gruppo di lavoro che sta stendendo la legge di Bilancio, ricordando che «non spetta ai tecnici decidere cosa fare, ma non c’è alcun conflitto con i politici». Savona ha evocato ancora lo spettro del cigno nero, la metafora per descrivere l’ipotesi improbabil­e dell’uscita dell’italia dall’euro: «Sarà il Parlamento a decidere cosa fare, ma un gruppo dirigente serio deve essere preparato a ogni evenienza».

Matteo Salvini, a Non è l’arena su La7 ieri in serata ha puntualizz­ato sulla tenuta dell’esecutivo: «Se qualcuno rema contro rema invano, non abbiamo bisogno di minacciare. La manovra verrà bene», ha detto il ministro degli Interni riferendos­i alle invettive contro il Tesoro. Il suo collega al Lavoro e allo Sviluppo, Luigi Di Maio, ha tenuto invece a rispondere per le rime a Silvio Berlusconi che in mattinata aveva profetizza­to una manovra in cui «l’italia rischia grosso». Di Maio, citando una scena di Non ci resta che piangere, il film con Roberto Benigni e Massimo Troisi, ha replicato ironicamen­te: «Sì, sì... mo me lo segno». Pungendo il leader di Forza Italia sul terreno delle sue attività: «La sua preoccupaz­ione non è per l’italia, ma solo per le sue tv».

Frasi al veleno, battute sarcastich­e, ma è chiaro che i due azionisti di governo, Lega e Cinque Stelle, hanno priorità diverse e dovranno trovare una sintesi. Per il Carroccio la «Quota 100» sulle pensioni e un ampliament­o della platea di profession­isti e partite Iva che benefician­o del regime forfettari­o del 15%, accantonan­do per il momento la flat tax. Per i Cinque Stelle il reddito di cittadinan­za, ma si cercano le coperture per finanziare un assegno universali­stico a chi è senza lavoro.

Il segretario del Pd, Maurizio Martina, ha annunciato che il partito presenterà «una controprop­osta». «Temo i condoni per gli evasori e il debito pubblico sulle spalle dei giovani», ha detto Martina. Scetticism­o anche da parte di Renato Brunetta (Forza Italia), che smonta il reddito di cittadinan­za: «La crescita si fa aumentando i consumi e gli investimen­ti». Per il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente Cei, è necessario che «il governo vari una manovra con la quale protegga le fasce più deboli, dando speranza ai giovani incentivan­do il lavoro».

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(Ansa) L’omaggio Il sindaco di Volturara Appula Leonardo Russo , 61 anni, consegna la cittadinan­za onoraria al premier Giuseppe Conte, 54

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