Dall’arazzo «tessuto lento» ai vestiti «riutilizzati» La serata green alla Scala
Chiamiamoli Oscar della moda. Non solo sostenibile. Il futuro di un sistema in grado di muovere solo nel nostro Paese un fatturato di 90 miliardi di euro — seconda industria italiana — può andare solo in quella direzione: una moda sempre più consapevole del suo valore etico e del rispetto dell’ambiente. È il messaggio della seconda edizione dei Green Carpet Fashion Awards svoltisi ieri sera al Teatro Alla Scala. Anche «lei» con il suo abito sostenibile haute couture: un arazzo di 70 metri, realizzato con 300 kg di filato Bonotto ottenuto da bottiglie di plastica riciclata con motivi di colibrì in volo. Oltre 1300 ospiti e un parterre realmente da Oscar. In sala e a consegnare i premi da Cate Blanchett a Julianne Moore a Colin Firth, e anche Pier Paolo Piccioli (Valentino) accompagnato da una splendida Alba Rohrwacher. E ancora top model come Cindy Crawford in verde con spacco ed Elle Mcpherson, che ha ricevuto il Wellness Award. Le istituzioni presenti. A partire dal ministro della cultura e turismo Alberto La facciata L’arazzo con i colibrì realizzato dall’azienda vicentina Bonotto Bonisoli che ha confermato l’interesse del governo per questo settore. Oltre a quello sempre più forte della stessa Milano, come ha confermato il sindaco Beppe Sala. Quest’anno 13 le categorie degli Oscar della moda. Per i giovani talenti ha vinto il milanese Gilberto Calzolari, che (con gli altri finalisti) riceverà una mentorship di un anno da Value Retail. Ad aprire la serata Livia Firth (Eco Age) e Carlo Capasa (Camera Nazionale della Moda), poi sul palco il sovrintendente della Scala Alexander Pereira (in sala ospiti anche Mikhail Kusnirovich con la moglie Ekaterina, il patron di Gum e di Bosco dei Ciliegi, artefici della recente tournée del Bolshoi a Milano). Ed ecco i premiati: i calzolai di