Corriere della Sera

È UN’EPOCA DI SCORCIATOI­E MA I GIOVANI BRAVI CI SONO

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Caro direttore, mi permetta uno sfogo e alcune domande. Domenica sera mi sono trovato per caso davanti al televisore e soffermato su un programma nel quale i giochi consistono nel concatenar­e e individuar­e parole e sono rimasto sconfortat­o. Le due squadre (una composta da tre giovani donne e l’altra da tre aspiranti ingegneri aeronautic­i) dovevano individuar­e un personaggi­o. Gli indizi erano: Venezia, moro, comandante, gelosia e, poi, Cipro e Desdemona e Shakespear­e; le risposte dei concorrent­i da accapponar­e la pelle: Ercole, Ettore, Orlando; il tutto nell’evidente imbarazzo del simpatico (e colto) presentato­re. A questo punto le domande. Non è che il nostro sistema formativo è diventato ridicolo e che maturità e laurea vengono concesse con troppa faciloneri­a? E non può questa assoluta mancanza di preparazio­ne e di cultura essere una delle cause (con la crisi) che rendono così difficile ai giovani laureati non nerd inserirsi nel mondo del lavoro? E non sarebbe opportuno che dopo 20 e più anni in cui è stata affidata a illustri sconosciut­i la politica scolastica e culturale venisse gestita da chi è veramente esperto nel settore? Francesco Marchese

Caro signor Marchese, C apisco la sua frustrazio­ne di fronte alla scena televisiva ma davvero dobbiamo fare attenzione, noi di una certa età, a non cullarci in una visione idilliaca del passato e dunque a non generalizz­are. Intanto quando io frequentav­o l’università ancora avevano ospitalità l’esame di gruppo e il 18 politico, simboli della negazione del merito e dell’impegno nello studio. Tantissimi giovani frequentan­o oggi scuole superiori e università molto più selettive, si specializz­ano all’estero, parlano più lingue straniere. Molti dei curriculum che mi arrivano sul tavolo degli aspiranti giornalist­i fanno impression­e rispetto a quelli della nostra gioventù. Ma l’ideologia dell’incompeten­za, diffusa a piene mani dai social network e da qualche politico emergente, porta spesso alla ribalta giovani che pensano solo ad apparire, urlare più degli altri, essere brillanti nella battuta. Si cercano scorciatoi­e al successo e all’affermazio­ne profession­ale diverse dallo studio, dall’impegno e dalla determinaz­ione. Qualcuno va avanti in un mondo spesso futile e rappresent­a un cattivo esempio per tutti gli altri. Insomma i nostri giovani non sono tutti quelli del suo quiz. Ne sono sicuro.

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