Corriere della Sera

«La Lettura» indaga il passato ed esplora il futuro

Medioevo, spirituali­tà, robotica: il supplement­o si muove tra i festival dell’autunno

- Claudio Magris di Severino Colombo

zato, recluso più che ricoverato. Non ha affatto negato la malattia mentale, com’è stato detto; era il sistema precedente che spesso accumunava i malati alle vittime dell’alcol, della droga, della miseria, del rifiuto, del disagio sociale, anche di sé stesse. Ha certo sottolinea­to l’importanza delle condizioni esterne; anche per un cardiopati­co non è la stessa cosa abitare al piano terra o al ventesimo piano senza ascensore. La riforma psichiatri­ca — nonostante qualche vacuità ideologica assemblear-pulsionale (l’eterno morbillo culturale infantile che insidia la sinistra) — non ha tradito la concezione classica della materia di cui siamo fatti e senza la quale non c’è vero spirito, Logos che si fa carne, sinapsi di neuroni.

Michele Zanetti — Si può e si deve curare il disagio e il disturbo mentale in forme rispettose della libertà e della dignità delle persone sofferenti. Perciò va abolito il manicomio che non solo toglie libertà, dignità e diritti ai ricoverati, ma ne aggrava o talora addirittur­a provoca la malattia mentale. Per fare ciò si è dovuto abbattere non soltanto gabbie e muri ma ostacoli ben più grandi, quali una cultura e una legislazio­ne fondate sull’esclusione come garanzia di sicurezza per la società. Un tema ricorrente, se si riflette sulle speculazio­ni politiche di oggi sulla sicurezza, bene essenziale da proteggere in altri modi. Certamente non è stato facile distrugger­e l’istituzion­e manicomio a partire da un’altra istituzion­e come la Provincia chiamata a gestirlo. Ma dopo quasi cinquant’anni, sebbene seppure possano esserci stati errori ed esagerazio­ni, non è stata intaccata la validità e l’universali­tà del movimento contro le istituzion­i totali alienanti e totalizzan­ti, che anzi deve essere continuato con impegno.

— Siamo entrambi uomini del Ventesimo e non del Ventunesim­o secolo e talvolta, anzi spesso, restiamo spiazzati dinanzi alle nuove forme che hanno preso la politica e la lotta politica, dinanzi a tante trasformaz­ioni del mondo in cui la straordina­ria creazione di nuove libertà si mescola e talora s’intreccia a nuove terribili schiavitù. È difficile resistere all’impulso di rifiutare tutto ciò o di assecondar­lo passivamen­te. Come ti senti sotto questo punto di vista?

Michele Zanetti — Come hai detto, sono veramente spiazzato dinanzi alle attuali forme della lotta politica, le condanno e le rifiuto. Se soltanto penso a quanto di grottesco e di risibile, ma soprattutt­o di drammatica­mente pericoloso è avvenuto di recente per la ricerca di una maggioranz­a di governo (o a come si avvia in maniera maldestra e inconclude­nte l’azione del governo stesso), posso soltanto dedurre che siamo a un punto molto basso della politica. Mi auguro vengano presto superati l’uso manipolato­rio della democrazia rappresent­ativa e la sua erosione da gran parte dei mass media. Tuttavia, anche se io non riesco a intraveder­lo, mi auguro che si manifesti sia pur parzialmen­te quanto di positivo e di innovativo sta producendo l’attuale fase di transizion­e. L’evento

● Giovedì 27 si terrà un convegno sulle nuove acquisizio­ni della Biblioteca nazionale centrale di Roma. L’incontro avverrà nella sede dell’istituto (Viale Castro Pretorio 105). La Biblioteca nazionale, diretta da Andrea De Pasquale, ha visto negli ultimi anni una ripresa nelle acquisizio­ni di fondi letterari

● Nel convegno si discuterà tra l’altro dell’unico testimone rinvenuto della prima redazione della poesia A mia moglie di Umberto Saba. A destra, foto grande: una delle pagine del manoscritt­o con un parte del testo (i cerchi sono del «Corriere» ed evidenzian­o alcuni dei paragoni con animali che il poeta usa per la moglie). Foto piccola, da sinistra: Saba, lo scrittore Virgilio Giotti, la moglie di Saba Carolina Wölfler Il romanzo

● «La Lettura» #356, a 64 pagine, è in edicola fino a sabato 29 settembre

● Le pagine centrali del supplement­o ospitano la decima puntata, firmata da Silvia Avallone, del «Romanzo italiano» a staffetta

Tentazione Monta l’impulso di rifiutare le nuove forme della politica o di assecondar­le passivamen­te

Autunno tempo di festival. Il nuovo numero de «la Lettura», il #356, in edicola fino a sabato 29 settembre, dà conto di una serie di importanti manifestaz­ioni culturali. È il caso del festival Torino Spirituali­tà: il filosofo della scienza Giulio Giorello spiega come il progresso della conoscenza parta dal mettere in dubbio autorità e tradizioni; mentre Pietrangel­o Buttafuoco si interroga sul prezzo pagato da personaggi ribelli.

Walter Pohl, storico esperto di invasioni barbariche, è tra gli ospiti del Festival del Medioevo di Gubbio (Perugia): intervista­to da Amedeo Feniello, spiega che i muri per difendere i confini sono sì «segni di potere» ma possono indicare anche «una debolezza della civiltà che se ne serve».

Del futuro si occupano il Festival e della Robotica, a Pisa, e il ciclo Meet the Media Guru, a Milano: nell’inserto intervengo­no rispettiva­mente Andrea Bertolini, specialist­a di diritto e robotica; e il futurologo Noah Raford, intervista­to da Alessia Rastelli.

L’antropolog­o Adriano Favole fa l’elogio della risata come via di fuga dall’abitudine: all’umorismo è dedicato il festival Il senso del ridicolo, a Livorno. Infine, Valeria Crippa intervista la coreografa cinese Gao Yanjinzi tra gli ospiti della rassegna di danza Milanoltre.

Poi su «la Lettura», nelle pagine centrali estraibili, la decima puntata del «Romanzo italiano»: Silvia Avallone si concentra sul personaggi­o di Giulio la cui vita, dopo una confession­e, è a una svolta. Tra le firme del numero: lo scrittore, ex soldato, Elliot Ackerman; la narratrice e studiosa di neuroscien­ze Siri Hustvedt, che dialoga con i ricercator­i Antonio Damasio e Vittorio Gallese (a cura di Vincenzo Santarcang­elo); gli scrittori Alessandro Piperno e Jhumpa Lahiri.

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La copertinaL’opera che apre «la Lettura» #356 è firmata dall’artista Peter Kogler

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