«La Lettura» indaga il passato ed esplora il futuro
Medioevo, spiritualità, robotica: il supplemento si muove tra i festival dell’autunno
zato, recluso più che ricoverato. Non ha affatto negato la malattia mentale, com’è stato detto; era il sistema precedente che spesso accumunava i malati alle vittime dell’alcol, della droga, della miseria, del rifiuto, del disagio sociale, anche di sé stesse. Ha certo sottolineato l’importanza delle condizioni esterne; anche per un cardiopatico non è la stessa cosa abitare al piano terra o al ventesimo piano senza ascensore. La riforma psichiatrica — nonostante qualche vacuità ideologica assemblear-pulsionale (l’eterno morbillo culturale infantile che insidia la sinistra) — non ha tradito la concezione classica della materia di cui siamo fatti e senza la quale non c’è vero spirito, Logos che si fa carne, sinapsi di neuroni.
Michele Zanetti — Si può e si deve curare il disagio e il disturbo mentale in forme rispettose della libertà e della dignità delle persone sofferenti. Perciò va abolito il manicomio che non solo toglie libertà, dignità e diritti ai ricoverati, ma ne aggrava o talora addirittura provoca la malattia mentale. Per fare ciò si è dovuto abbattere non soltanto gabbie e muri ma ostacoli ben più grandi, quali una cultura e una legislazione fondate sull’esclusione come garanzia di sicurezza per la società. Un tema ricorrente, se si riflette sulle speculazioni politiche di oggi sulla sicurezza, bene essenziale da proteggere in altri modi. Certamente non è stato facile distruggere l’istituzione manicomio a partire da un’altra istituzione come la Provincia chiamata a gestirlo. Ma dopo quasi cinquant’anni, sebbene seppure possano esserci stati errori ed esagerazioni, non è stata intaccata la validità e l’universalità del movimento contro le istituzioni totali alienanti e totalizzanti, che anzi deve essere continuato con impegno.
— Siamo entrambi uomini del Ventesimo e non del Ventunesimo secolo e talvolta, anzi spesso, restiamo spiazzati dinanzi alle nuove forme che hanno preso la politica e la lotta politica, dinanzi a tante trasformazioni del mondo in cui la straordinaria creazione di nuove libertà si mescola e talora s’intreccia a nuove terribili schiavitù. È difficile resistere all’impulso di rifiutare tutto ciò o di assecondarlo passivamente. Come ti senti sotto questo punto di vista?
Michele Zanetti — Come hai detto, sono veramente spiazzato dinanzi alle attuali forme della lotta politica, le condanno e le rifiuto. Se soltanto penso a quanto di grottesco e di risibile, ma soprattutto di drammaticamente pericoloso è avvenuto di recente per la ricerca di una maggioranza di governo (o a come si avvia in maniera maldestra e inconcludente l’azione del governo stesso), posso soltanto dedurre che siamo a un punto molto basso della politica. Mi auguro vengano presto superati l’uso manipolatorio della democrazia rappresentativa e la sua erosione da gran parte dei mass media. Tuttavia, anche se io non riesco a intravederlo, mi auguro che si manifesti sia pur parzialmente quanto di positivo e di innovativo sta producendo l’attuale fase di transizione. L’evento
● Giovedì 27 si terrà un convegno sulle nuove acquisizioni della Biblioteca nazionale centrale di Roma. L’incontro avverrà nella sede dell’istituto (Viale Castro Pretorio 105). La Biblioteca nazionale, diretta da Andrea De Pasquale, ha visto negli ultimi anni una ripresa nelle acquisizioni di fondi letterari
● Nel convegno si discuterà tra l’altro dell’unico testimone rinvenuto della prima redazione della poesia A mia moglie di Umberto Saba. A destra, foto grande: una delle pagine del manoscritto con un parte del testo (i cerchi sono del «Corriere» ed evidenziano alcuni dei paragoni con animali che il poeta usa per la moglie). Foto piccola, da sinistra: Saba, lo scrittore Virgilio Giotti, la moglie di Saba Carolina Wölfler Il romanzo
● «La Lettura» #356, a 64 pagine, è in edicola fino a sabato 29 settembre
● Le pagine centrali del supplemento ospitano la decima puntata, firmata da Silvia Avallone, del «Romanzo italiano» a staffetta
Tentazione Monta l’impulso di rifiutare le nuove forme della politica o di assecondarle passivamente
Autunno tempo di festival. Il nuovo numero de «la Lettura», il #356, in edicola fino a sabato 29 settembre, dà conto di una serie di importanti manifestazioni culturali. È il caso del festival Torino Spiritualità: il filosofo della scienza Giulio Giorello spiega come il progresso della conoscenza parta dal mettere in dubbio autorità e tradizioni; mentre Pietrangelo Buttafuoco si interroga sul prezzo pagato da personaggi ribelli.
Walter Pohl, storico esperto di invasioni barbariche, è tra gli ospiti del Festival del Medioevo di Gubbio (Perugia): intervistato da Amedeo Feniello, spiega che i muri per difendere i confini sono sì «segni di potere» ma possono indicare anche «una debolezza della civiltà che se ne serve».
Del futuro si occupano il Festival e della Robotica, a Pisa, e il ciclo Meet the Media Guru, a Milano: nell’inserto intervengono rispettivamente Andrea Bertolini, specialista di diritto e robotica; e il futurologo Noah Raford, intervistato da Alessia Rastelli.
L’antropologo Adriano Favole fa l’elogio della risata come via di fuga dall’abitudine: all’umorismo è dedicato il festival Il senso del ridicolo, a Livorno. Infine, Valeria Crippa intervista la coreografa cinese Gao Yanjinzi tra gli ospiti della rassegna di danza Milanoltre.
Poi su «la Lettura», nelle pagine centrali estraibili, la decima puntata del «Romanzo italiano»: Silvia Avallone si concentra sul personaggio di Giulio la cui vita, dopo una confessione, è a una svolta. Tra le firme del numero: lo scrittore, ex soldato, Elliot Ackerman; la narratrice e studiosa di neuroscienze Siri Hustvedt, che dialoga con i ricercatori Antonio Damasio e Vittorio Gallese (a cura di Vincenzo Santarcangelo); gli scrittori Alessandro Piperno e Jhumpa Lahiri.