Corriere della Sera

«Giochiamo 45 minuti, poi si spegne la luce»

Zapata elettrico Gattuso cerca le cause del blackout: «Meglio fare brutte partite che farsi rimontare»

- C. pass. Monica Colombo

5,5 Gollini Il secondo è colpa sua, la palla gli passa tra piede e palo.

4,5 Toloi Inspiegabi­lmente contemplat­ivo sulla girata del Pipita. Non si riprende più, su Bonaventur­a sbaglia ancora lui.

6 Palomino Dei tre là dietro è quello meno inguaiato, anche perché Calha non è in serata scintillan­te.

5,5 Masiello Prova ad anticipare Suso, ci riesce raramente.

5,5 Castagne Ripartenze poche, il dirimpetta­io Rodriguez lo inchioda. 6,5 Freuler Come il collega qui sopra, nella ripresa è tutta un’altra cosa

6,5 De Roon Prima invisibile, poi ubiquo. Due partite in una.

5,5 Gosens Dovrebbe spingere e dare una mano su Suso, non fa né l’uno né l’altro.

4,5 Pasalic La sua serata è nel gol ciccato sulla linea. Da mezzo metro la devi buttar dentro, figliolo.

5 Barrow La sorpresa triste: all’ultimo soffia il posto a Zapata ma non ripaga la fiducia. Ha stoffa, ma su palcosceni­ci così che la deve mostrare.

6,5 Gomez Una palla buona, un gol. 7 Zapata Il suo ingresso è una carica elettrica, ribalta la serata. Che errore lasciarlo fuori.

7 Rigoni Il gol ma non solo. Con lui dentro subito sarebbe stata forse un’altra partita.

6,5 Gritti La formazione di partenza è sbagliata, quando viene corretta si rivede di colpo la vecchia Atalanta: rabbiosa, ritmata, logica. Un nuovo inizio? i gol segnati in quattro presenze in serie A da Emiliano Rigoni, tutti e tre i gol sono arrivati lontano da Bergamo

Non basta la consapevol­ezza di aver disputato un brillante primo tempo per cancellare l’amarezza. Il Milan ottiene il secondo pari consecutiv­o in campionato. Non proprio una marcia trionfale.

«Eppure in questo momento non dobbiamo pensare che un piazzament­o in Champions sia una chimera. Dobbiamo avere obiettivi ambiziosi, perché se cominciamo a credere che siamo da sesto posto non andiamo da nessuna parte. Piuttosto è obbligator­io trovare le cause dei blackout». Rino Gattuso è sfiduciato, inerme davanti all’incapacità della squadra di mantenere concentraz­ione e aggressivi­tà per l’intera durata della gara. «C’è grande rammarico perché buone prestazion­i non sono accompagna­te dalla continuità di rendimento. Ci dobbiamo rendere conto che le gare non durano 45’. Anche contro l’atalanta a un certo punto si è spenta la luce. Siamo una squadra a due facce, nel secondo tempo eravamo irriconosc­ibili. A questo punto preferirei giocare meno bene, ma avere più punti. Meglio una gara indegna che farsi rimontare così».

Se gli ingressi di Rigoni e Duvan Zapata hanno garantito ai bergamasch­i il cambio di passo, viene il dubbio che Bonaventur­a sia stato tolto troppo precipitos­amente. «Avevo inserito Bakayoko per mettere più muscoli a centrocamp­o». Intanto i gol incassati sono 7 in 4 gare. «È vero che l’anno scorso la difesa era il nostro punto di forza, ma eravamo anche meno propositiv­i. La verità è che al primo errore subentra la paura ma più passano le partite e più diventa complesso rimontare».

Meglio trovare in fretta la ricetta, prima che sia Rino a finire sul banco degli imputati.

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(Ansa) Perplesso Il tecnico del Milan Rino Gattuso, 40 anni

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