Corriere della Sera

Marquez torna a osare e batte Dovi Ma Lorenzo: «Caduto per colpa sua»

Bel duello tra lo spagnolo e il ducatista, Iannone terzo. Rossi 8°: «Preoccupat­o»

- DAL NOSTRO INVIATO Alessandro Pasini

Il Mondiale è finito, le emozioni mai. Impossibil­e non vibrare quando in pista ci sono il Joker e il Dovi, e magari anche un istrione come Iannone che i geni dello show li ha nel sangue, basta che voglia e possa mostrarli. È stata una gara magnifica, l’ennesima di una stagione il cui tasso di spettacola­rità è inversamen­te proporzion­ale al mistero su chi vincerà il titolo. Perché se è vero che Marquez ora è a più 72 sul ducatista con 5 gare rimaste, è vero anche che il modo in cui sta arrivando al suo quinto titolo Motogp è sempre elettrizza­nte e diverso.

Nelle ultime tre gare le Ducati (due volte con Dovizioso e una con Lorenzo) lo avevano infilzato. Stavolta, su uno dei suoi circuiti preferiti, Marquez ha scelto una gomma soft (rispetto alla hard di Dovi, ndr) e ha deciso di rischiare: «Battaglia memorabile. Spesso sono stato sul punto di cadere. Ma mi sono detto: oggi non aspetto l’ultima curva, sennò Dovi mi frega un’altra volta…». Segno di rispetto e insieme di grandezza: troppo conservato­rismo non va bene, prima o poi bisognava tornare a fare qualcosa da campione. E così è stato.

Ma anche Dovizioso è stato splendido. Sua è stata l’iniziativa di andare in testa subito; sua è stata la mossa di alzare il ritmo dopo una prima metà gara lenta come una gita al lago. Il duello con Marquez è stato straordina­rio, soprattutt­o quando dalla selezione darwiniana sono emersi loro due più Iannone. Con il suzukista si è accesa una danza a tre bellissima e spaventosa, con Marc spalmato nel panino italiano. Poi però MM e Dovi si sono sfilati e a Iannone sono rimasti la medaglia di bronzo e un sorriso: «Purtroppo mi mancava motore, però è stato bellissimo lottare con quei due». Una consolazio­ne che fa il paio con il 6° posto dell’aprilia di Aleix Espargarò: Iannone nel 2019 correrà con la moto italiana, e vedere i due in crescita contempora­nea può solo fare bene all’umore.

Staccato dunque Iannone, a due giri dalla fine Marc si è preso anche i 3 decimi decisivi sul Dovi, che si è dovuto così accomodare al 2° posto con il record personale di 4 podi di fila in Motogp. Da questo risultato Andrea trae fiducia nel futuro che conta più dei rimpianti: «Qui avevo sempre fatto strafatica, invece oggi ho messo in crisi Marquez. È un grandissim­o 2° posto, un ottimo segnale per le prossime gare». Di quelle passate meglio non parlare, perché ripensare ai 3 zeri fra Jerez e Barcellona farebbe male: con 40 punti in più, adesso raccontere­mmo un’altra storia.

Sono mancati, invece, Rossi e Lorenzo. Il Dottore è arrivato 8°. Consideran­do che partiva 17° e che sabato non si immaginava neanche in top ten, sembra un buon risultato, ma non lasciatevi ingannare: «La situazione resta preoccupan­te. Rassegnars­i sabato è stato un errore, ma non dimentico che sono caduti Crutchlow, Lorenzo e Bautista. Sennò sarebbe andata come dicevo io…». Lorenzo, appunto, è andato per le terre appena dopo la prima curva: dalla pole alla polvere il passo è stato breve e spaventoso. Il bollettino medico, che non dovrebbe impedirgli podi consecutiv­i per Andrea Dovizioso con la Ducati: è il suo record in Motogp di correre fra 15 giorni in Thailandia, parla di dislocazio­ne dell’alluce e microfratt­ura al dito medio del piede destro, ma ciò che rende furibondo il Por Fuera è altro: «Da fuori sembra un errore mio, invece la colpa è di Marquez che mi ha sorpassato duro facendomi andare largo sullo sporco. Sto male, mi sento impotente e sono arrabbiato. Mi ha tolto la chance di vincere. Non deve succedere più. Deve chiedermi scusa». Magari lo farà l’anno prossimo, quando condivider­anno lo stesso box Honda. Saranno bei momenti.

Futuri compagni Jorge, furioso, attacca il futuro compagno in Honda: «Mi ha spinto, deve chiedermi scusa»

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