Corriere della Sera

Schumacher junior studia da grande, il titolo a un passo

Il figlio di Michael domina il campionato di Formula 3 sognando la F1. Alesi: «Bravo e paziente»

- Daniele Sparisci

I pugni in alto, il dito indice puntato verso il pubblico o sulla coppa. Il cerimonial­e è d’autore, sul podio Mick Schumacher ricorda tantissimo papà Michael. Per i gesti delle mani, per l’espression­e della bocca e per la grinta che riesce a trasmetter­e. E lo sta ricordando anche in pista, a suon di vittorie. Cinque successi e un secondo posto nelle ultime sei gare, il diciannove­nne figlio d’arte si è impadronit­o del campionato europeo di Formula 3 ed è a un passo dal titolo al volante di una monoposto del team italiano Prema: fra tre settimane, a Hockenheim, gli basterà amministra­re i 49 punti di vantaggio nelle tre manches restanti sul rivale inglese Dan Ticktum, talentino in orbita Red Bull, per alzare il primo importante trofeo della sua carriera. In questo fine settimana austriaco, al Red Bull Ring, con due vittorie e un podio Schumacher junior ha accelerato ancora, confermand­o gli enormi progressi compiuti nell’arco di un’estate.

Per sbloccarsi aveva scelto un luogo simbolo della tradizione familiare, Spa. Alla seconda stagione in F3, solo a fine luglio in Belgio è arrivata la sua prima vittoria, proprio sulla pista dove il padre ha debuttato Promessa Mick Schumacher, 19 anni nel lontano 1991 con la Jordan e trovato il primo dei 91 centri in F1 l’anno successivo con la Benetton. Coincidenz­e, ma resta il fatto che Mick dopo aver ingranato è andato oltre ogni previsione. Jean Alesi lo conosce da sempre: «Per me è come un figlio, sono felicissim­o di come sta andando, per lui e per tutta la sua famiglia. Nel mondo delle corse di oggi nulla è scontato, anche se ti alleni al massimo e fai sacrifici enormi. Lui poi ha fatto una preparazio­ne molto “scolastica” ma strutturat­a, è stato molto paziente e i risultati stanno arrivando». Con un cognome così poi non era per niente facile né scontato, e non è un caso se il ragazzo, «protetto» dalla manager del papà Sabine Kehm, abbia affrontato una gavetta più lunga rispetto a tanti suoi coetanei. All’inizio, sui kart, correva con il cognome di mamma Corinna, Betsch, per allontanar­e la pressione. «Ma adesso riesce a gestirla alla grande — continua Alesi— e se continua così arriverà in F1». Per lui le porte sono aperte, il presidente Chase Carey ha detto che «sarebbe speciale averlo». Ma né il giovane né la famiglia sembrano aver voglia di accelerare i tempi: per la prossima stagione è molto probabile il salto in Formula 2 o nel Mondiale Gp3. Se ti chiami Schumi junior gli esami non finiscono mai.

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