«È un ritardo inaccettabile Spero che nessuno stia facendo ritorsioni»
Il sottosegretario Rixi: anche gli altri trovino i fondi
ROMA Edoardo Rixi, chi ha stoppato il decreto Genova?
«C’è l’intesa tra le forze politiche e la presidenza del Consiglio si è esposta. Su un provvedimento così urgente non possono esserci stop o ritardi, non esiste».
Lei è il viceministro alle Infrastrutture per la Lega, non sa perché il testo non è arrivato al Quirinale, come promesso dal premier?
«Non capisco come mai non sia ancora stato inviato alla presidenza della Repubblica e proprio non va bene», dichiara alle 21 il viceministro leghista alle Infrastrutture.
Colpa dello scontro tra Lega e 5 Stelle su Autostrade?
«No. Io ho parlato con Di Maio, con Salvini, con Toninelli, con Giorgetti... Sul merito siamo tutti d’accordo, l’intesa c’è e questo ritardo non è accettabile. Punto».
Condivide l’attacco di Palazzo Chigi alla Ragioneria?
«Io sto con Palazzo Chigi, perché sono sicuro che il problema non è lì e non è al ministero delle Infrastrutture, che ha lavorato in tempi rapidi e rispettando le considerazioni degli enti locali».
Avete mandato il testo al Tesoro senza coperture?
«Una parte le abbiamo trovate noi all’interno del Mit, ma quelle che riguardano altre voci vanno trovate dagli altri ministeri».
I soldi per la ricostruzione ci sono solo in parte?
«Alcune coperture devono essere messe anche sui bilanci successivi, è normale. E comunque alla riunione di Palazzo Chigi con il sindaco Bucci e il presidente Toti c’erano anche gli esponenti del ministero delle Finanze e quel giorno gli fu data l’indicazione di trovare le coperture».
Il giallo è il seguito dello scontro sulla «megavendetta» contro i tecnici del Tesoro, minacciata da Casalino?
«A me interessa poco e mi auguro che nessuno all’interno dello Stato utilizzi le sue posizioni per ritorsioni o altro. Noi il decreto lo avevamo pronto già venerdì scorso, mi piacerebbe capire perché non sia ancora stato inviato al Quirinale. Se c’erano problemi, il Mef doveva farlo presente all’inizio del percorso. Il governo si è mosso rapidamente».
Rapidamente? Il dramma di Genova è del 14 agosto.
«Dobbiamo dare risposte a Genova e tutti devono lavorare per risolvere i problemi».
Lei non è in imbarazzo con i suoi concittadini?
«Sono un filo scocciato. Ma al di là della polemica, se anche ci fosse il commissario non potrebbe operare. I lavori vanno avanti, però l’inchiesta è in corso e non è che i tempi saranno brevissimi per avere la disponibilità dell’area».
La versione finale del decreto lei l’ha vista?
«Finché non arriva in Gazzetta ufficiale io ho una bozza, come Toninelli e come chiunque. Il decreto c’è, ma se in ogni passaggio ognuno modifica qualcosa... ».
Il premier ha detto che è in arrivo al Colle, lei dubita?
«Io mi aspetto che in questa settimana arrivi al Quirinale per la firma».
Giovanni Toti vi invita a ritirarlo per ripartire da zero.
«Non è una strada logica. Se ci sarà la necessità di apportare modifiche si faranno in fase di conversione. Ma abbiamo bisogno di un testo. Lo dobbiamo ai cittadini».