Corriere della Sera

Di Maio minaccia: non voto il Def senza il reddito di cittadinan­za

«Serve un atto coraggioso, anche sulle pensioni. Aboliremo la povertà»

- Aveva annunciato: Alessandro Trocino

Le condizioni le pone il vicepremie­r Luigi Di Maio nella riunione con i ministri del M5S: «La nota al Def non coraggiosa e senza reddito di cittadinan­za, pensione di cittadinan­za, quota 100 Fornero, risarcimen­to dei truffati dalle banche, non avrà i voti del M5s». Resta dunque alta la tensione sulla Manovra perché «non bisogna parlare solo di deficit ma pensare alla crescita». Nel pomeriggio, a Porta a Porta

«Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego e sarà erogato il reddito di cittadinan­za. Aboliremo la povertà».

Il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro fornisce altri elementi: «La Fornero ha ancora il coraggio di parlare per dire che non si può abbassare l’età pensionabi­le, come vogliamo fare noi. Lei ha sulla coscienza milioni di italiani, ha creato i poveri di oggi. Il superament­o della sua legge è certo, come è certa l’introduzio­ne della pensione di cittadinan­za che aumenta la pensione minima a 780 euro». Quello che non è affatto certo è l’entità della manovra. Se il presidente francese Emmanuel Macron annuncia che il rapporto tra deficit e Pil sarà al 2,8 per cento, il ministro per gli Affari europei Paolo Savona commenta: «Noi staremo ben al di sotto: il fianco scoperto del nostro Paese è il debito pubblico».

La tentazione dei 5 Stelle, però, è sforare i limiti voluti dal ministro dell’economia Giovanni Tria per tutte le misure. Di Maio assicura la copertura della cassa integrazio­ne per i lavoratori scoperti da ammortizza­tori. E poi: «Metteremo fine alle distorsion­i che il Jobs act ha generato in questi anni».

Manlio Di Stefano, sottosegre­tario M5S agli Esteri, annuncia un vasto programma, dal sapore biblico: «Grazie alla Manovra del Popolo tutti i cittadini ignorati e trattati da ultimi diventeran­no i primi». E il sottosegre­tario all’economia, Massimo Bitonci (Lega), nega un «condono»: «L’obiettivo è quello di introdurre una norma a regime che in qualsiasi momento dia la possibilit­à al contribuen­te

L’incontro Luigi Di Maio, 32 anni, ieri al tavolo tecnico tv 4.0 (digitale e frequenze) del ministero dello Sviluppo economico

(Imagoecono­mica)

o all’ufficio di sedersi a tavolino e trovare una soluzione».

Dall’opposizion­e arrivano le dichiarazi­oni sarcastich­e di Matteo Renzi: «Non so ancora cosa sarà la pace fiscale. Dice Salvini: “La nostra rottamazio­ne delle cartelle è uno sconto sugli interessi”. La pace fiscale al 10% significa dire agli italiani che hanno pagato le tasse: “Voi siete scemi”». E ancora: «Di Maio dice deficit/ Pil al 2,8%? La proposta è più per prendere un like su Facebook che non nella sostanza».

Critica anche Mariastell­a Gelmini, di Forza Italia: «La manovra? Il nulla cosmico. L’unica cosa che si fa è usare una logica punitiva contro le imprese, contro chi cerca di produrre ricchezza e lavoro». Ma la maggioranz­a procede. E Di Maio spiega: «La Lega fa bene a stare lontana da Berlusconi. Quando stava con lui era sotto al 20 per cento».

Le soglie

Savona: la Francia al 2,8%? Staremo ben al di sotto: c’è il nodo del debito pubblico

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