«C’è chi nei palazzi teme il cambiamento Il burocrate deve essere al servizio dei cittadini»
Fraccaro: al primo posto non ci sono le virgole
MILANO Ministro Fraccaro, siete al braccio di ferro con i tecnici del Mef per trovare le risorse per la manovra...
«Per noi al primo posto ci sono i cittadini, non le virgole. Approvare le misure contenute nel programma di governo consentirà di rilanciare la crescita tenendo in ordine i conti. Nei palazzi c’è sempre chi difende lo status quo, ma il cambiamento è in atto. Il reddito di cittadinanza, il superamento della legge Fornero e la riduzione delle tasse sono i pilastri della manovra che segnerà un punto di svolta per il Paese».
A proposito di tecnici, Di Maio ha detto che non si fida. Non è un atteggiamento irrispettoso verso uomini delle istituzioni?
«Proprio perché rispettiamo le istituzioni abbiamo a cuore la loro indipendenza. Alcuni superburocrati spingono per una politica di rigore ma le amministrazioni pubbliche sono e devono essere al servizio dei cittadini».
L’audio di Casalino contro i tecnici però vi ha creato imbarazzo.
«La verità è che c’è stata solo la volontà di strumentalizzare in maniera ipocrita la questione. I toni erano legati alla natura privata della conversazione, quanto al contenuto è evidente: c’è chi tenta di ostacolare l’azione di governo».
Intanto vi trovate a gestire il dl sicurezza. Una parte del M5S lo ha criticato.
«Il testo è al vaglio del Colle e, se necessario, sarà modificato durante l’esame parlamentare. Nulla è blindato, Camera e Senato potranno dare il loro contributo per migliorare il provvedimento».
Lei si trova a gestire i rapporti parlamentari, ma specie nella maggioranza Lega e M5s spesso hanno posizioni diverse.
«Grazie al metodo del contratto lavoriamo in sinergia pur avendo sensibilità diverse, certo poi il lavoro di tessitura dei rapporti tra noi e la Lega è importante. Sono soddisfatto perché portiamo avanti tutti i temi del M5S e rispettiamo le promesse. Il governo opere in maniera compatta nell’interesse dei cittadini».
d Parlamento esautorato? No, non servono tante leggi ma leggi fatte bene E ridurremo gli eletti
Il Parlamento tra ferie e decreti sembra esautorato.
«La priorità è migliorare la qualità della vita, ai cittadini non servono tante leggi ma leggi fatte bene. Finora abbiamo votato una sola fiducia al governo e addirittura nei primi cento giorni siamo riusciti a farne senza, un record rispetto agli esecutivi precedenti».
Ma non avete fatto molto.
«Le ricordo che il Parlamento ha già abolito i vitalizi, approvato il decreto Dignità e sbloccato 1 miliardo di euro per i Comuni: sono risultati concreti».
Volete ridurre il numero dei parlamentari: metterete mano alla legge elettorale?
«Discuteremo anche dei correttivi per adeguare il sistema elettorale al nuovo assetto parlamentare. Il punto è che, con il taglio del numero di deputati e senatori, aumenterà l’efficienza del Parlamento, l’iter di approvazione delle leggi sarà più semplice e immediato. Risparmieremo anche 500 milioni di euro a legislatura, allineandoci agli standard degli altri Paesi».
I referendum propositivi non rischiano di essere una spesa inutile per l’erario?
«Ci mancherebbe altro, la democrazia diretta è un investimento per il benessere collettivo. Grazie ai referendum propositivi i cittadini possono partecipare direttamente alle decisioni pubbliche avvicinando le istituzioni al Paese reale».
Di democrazia diretta si discuterà da oggi al Global Forum di Roma...
«Sì, per noi è un riconoscimento del cambiamento che stiamo realizzando. Ci saranno circa 500 esperti da tutto il mondo per discutere del tema. Faremo tesoro delle migliori esperienze a livello mondiale sulla democrazia diretta per fare dell’italia un modello di partecipazione attiva».
A 50 giorni dalla tragedia di Genova non avete fatto nulla di concreto.
«Abbiamo stanziato subito 32,5 milioni per fronteggiare l’emergenza e con il decreto Genova affrontiamo tutte le criticità, dalle assunzioni negli enti locali fino ai fondi per le imprese in difficoltà. Il commissario straordinario avrà poi i poteri necessari per affidare la ricostruzione a soggetti più affidabili di Autostrade. Il governo lavora non solo con l’obiettivo di rimarginare una ferita, ma di offrire a Genova l’occasione di rilancio».