«Tra partiti e giudici non tornino le tifoserie Nella maggioranza ci sono contraddizioni»
«Adesso bisogna fare grande attenzione al ritorno delle tifoserie nello scontro, talvolta fisiologico, tra politica e magistratura. Occorre invece avere cura del rispetto dell’equilibrio e della separazione tra i poteri, il conflitto fa male alla democrazia e ai cittadini...». A Palazzo dei Marescialli, nello studio del vice presidente del Consiglio superiore della magistratura che ha occupato per 4 anni, l’avvocato Giovanni Legnini sta riempiendo gli scatoloni dopo il passaggio di consegne al Quirinale durante il quale ha illustrato al capo dello Stato, che è anche presidente del Csm, il bilancio della consiliatura: «L’apertura al dialogo con le altre istituzioni e con la società è stato il tratto distintivo del nostro mandato sottolineato anche dal presidente Mattarella, al quale esprimo gratitudine per il riconoscimento del lavoro compiuto in questi 4 anni e perché egli è il garante sensibile ed autorevole del buon funzionamento del Csm».
Dopo gli attacchi del vicepremier Salvini ai magistrati sul caso Diciotti e sui fondi della Lega, c’è il rischio di un conflitto permanente tra politica e magistratura?
«Anche negli ultimi 4 anni ci sono stati momenti di tensione tra magistratura e politica. Non vorrei citare nessuna vicenda in particolare».
Consip, le banche, le inchieste che hanno innescato le dimissioni dei ministri non indagati Lupi e Guidi.
«Un tasso di conflittualità tra politica e magistratura è persino fisiologico. In questi anni penso si sia consolidato un maggiore rispetto reciproco tra i poteri. Vedo passi in avanti negli orientamenti dei rappresentanti delle istituzioni e un cambiamento culturale nella società , oltre al peso maggiore esercitato dalle istituzioni di garanzia tra le quali il Csm. Abbiamo vigilato nelle fasi in cui vi era il rischio di un conflitto, come è accaduto con gli ultimi noti episodi, per tutelare l’indipendenza della magistratura».
Ora al governo convivono il M5S, che tradizionalmente plaudiva alle iniziative della magistratura, e la Lega che talvolta usa il «manganello mediatico» contro i giudici.
«Questa contraddizione si è già manifestata. E noi abbiamo preso una posizione forte al solo scopo di formulare un invito al doveroso rispetto dell’indipendenza dei giudici e pm e per evitare una nuova stagione di conflitti, di cui non si sente il bisogno».
«Non mi permetto di dare consigli al nuovo Csm perché non ne ha bisogno. Mi preme solo augurare che questo cambiamento culturale possa proseguire e consolidarsi. Se ne gioverebbero la democrazia e i cittadini che hanno bisogno di un ordine giudiziario indipendente e di un potere politico libero di esercitare le sue scelte nel rispetto della Costituzione e della legge».
Ci sarà un cambio di passo con il nuovo Csm?
Con i governi Berlusconi il conflitto con la magistratura era quotidiano. Si stanno riaccendendo le tifoserie?
«In alcune fasi della nostra storia una parte dell’opinione pubblica tifava per gli uni o per gli altri. Questo clima mi sembra cambiato innanzitutto tra i cittadini che non mostrano di condividere gli attacchi frontali dei politici contro i magistrati né le invasioni di campo di segno opposto. Il consenso dei cittadini nei confronti dei magistrati
deve essere sempre più legato all’efficiente amministrazione della giustizia anche penale».
La maggioranza, ignorando una prassi consolidata, non ha espresso un’indicazione sul nome del nuovo vice presidente del Csm.
«Non voglio dire se questo metodo è migliore o peggiore rispetto a quello consolidato ma, di sicuro, ora si conferisce alle componenti, e quindi alle correnti, della magistratura, una maggiore responsabilità e peso nella scelta».
Lei è stato anche al governo per il Pd: cosa risponde a chi vorrebbe al Csm solo laici lontani dalla politica?
«Non posso condividere questa opinione, non tanto in relazione alla mia vicepresidenza, che ognuno potrà valutare come ritiene, quanto per il fatto che l’esperienza istituzionale, insieme alla competenza giuridica, è tra le qualità essenziali per poter determinare il buon funzionamento di un organo delicato come il Csm».