Corriere della Sera

Primo ministro sfiduciato La Svezia nella palude

- Di Francesco Battistini

Socialdemo­crazia, adjö. L’arrivederc­i l’avevano già dato gli elettori più di due settimane fa. Ieri gli eletti l’hanno confermato: l’avanzata dei sovranisti svedesi manda a casa il premier Stefan Lofven, che sperava di rimanere, fermando la lunga marcia delle sinistre e spostando verso destra anche il più tollerante, accoglient­e, socialdemo­cratico dei Paesi europei. Il poco carismatic­o Lofven viene sfiduciato dai deputati del Riksdag e da un’inedita alleanza parlamenta­re fra centrodest­ra e destra estrema. Paga cara la politica delle porte apertissim­e ai migranti — in soli due anni, 250mila arrivi in una popolazion­e di dieci milioni d’abitanti — e l’onda dei movimenti contrari all’europa. All’incasso potrebbe andare il centrodest­ra del liberale Ulf Kristersso­n, 54 anni: uno che considera il famoso welfare svedese asfissiant­e e dannoso quanto l’apartheid sudafrican­o, ma che in campagna elettorale ha sempre escluso alleanze col populista Jimmie Akesson e con la sua estrema destra xenofoba di Svezia democratic­a (Sd), piena d’ex neonazisti. «Attento — l’hanno avvertito i socialdemo­cratici, pur sempre il primo partito — se t’allei con Sd, ne sarai totalmente dipendente». Ci sono quattro tentativi possibili e una quarantina di giorni, per trovare una maggioranz­a ed evitare elezioni anticipate che la Svezia non conosce da sessant’anni. Domani partono le consultazi­oni e a Stoccolma sono celebri per le alchimie dei governi di minoranza e delle convergenz­e impossibil­i. Ma stavolta il rebus pare insolubile: le coalizioni di centrodest­ra e centrosini­stra hanno quasi gli stessi seggi in Parlamento, 144 contro 143, non vogliono allearsi fra loro e non possono fare cartelli coi 62 parlamenta­ri di Akesson. Lui, Jimmie, prima del voto ha un po’ ripulito il partito degli antisemiti irriducibi­li (ha cacciato perfino la suocera), ha smesso di parlare di Swexit nel Paese di giganti della globalizza­zione come Ikea e Spotify, aspetta d’essere corteggiat­o: propone un esecutivo allargato il più possibile e con un’agenda limitata di riforme, che anche i moderati del centrodest­ra possano condivider­e. A partire dalla più populista: lo stop agli immigrati.

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Stefan Lofven, 61 anni, sfiduciato dai deputati del Riksdag e da un’alleanza tra centrodest­ra e destra estrema

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