Corriere della Sera

Campobasso, 20 scuole chiuse Il sindaco: prima la sicurezza

Il Comune ha speso 11 milioni. «Decisione impopolare ma necessaria»

- Dal nostro inviato Carlo Vulpio

È triste una città con le scuole chiuse. Non una o due, o cinque. Ma venti edifici, tra scuole per l’infanzia, primarie e medie. Chiuse perché a rischio, non in regola con la normativa antisismic­a o antincendi­o o con le altre regole a garanzia della staticità degli edifici e quindi della sicurezza di studenti e insegnanti.

Campobasso, capoluogo del Molise, ha 50 mila abitanti e quasi 10 mila studenti, 5 mila sono universita­ri e 4.598 frequentan­o asili, elementari e medie inferiori e superiori. Ma soprattutt­o, Campobasso vive nel ricordo e nel timore dei terremoti. Dal più devastante, nel 1805, fino all’ultimo, il 31 ottobre 2002, che terrorizzò la città e la sua provincia e che nel comune di San Giuliano di Puglia mise a nudo le pesanti irregolari­tà della scuola elementare del paese, che non sarebbe crollata — seppellend­o 27 bambini e una maestra — se non fosse stata ampliata con una sopraeleva­zione scriteriat­a.

Sono passati 16 anni da quella tragedia e a Campobasso non ne hanno perso la memoria. Gli ultimi due sindaci, di centrodest­ra e l’attuale di centrosini­stra, non hanno potuto far altro che limitare il rischio con ordinanze di chiusura provvisori­a degli edifici dei quali si andavano «scoprendo» le falle. Fino a quando, in particolar­e negli ultimi due anni, non si è più potuto definire «provvisori­o» ciò che era cronico, endemico.

A quel punto, il sindaco Antonio Battista, un ferroviere macchinist­a cresciuto alla vecchia ma efficace scuola politica del sindacato e dei vituperati partiti (nel suo caso, il Partito popolare), non ha affrontato la situazione in maniera radicale. Certo, i comitati di genitori e alcune associazio­ni, in particolar­e Cittadinan­za Attiva, si son fatti Verifiche in alcuni edifici dell’istituto comprensiv­o Jovine sentire e hanno anche coinvolto la Procura — che ha incaricato i vigili del fuoco delle verifiche —, ma sono stati il sindaco, la giunta, il Consiglio comunale, cioè la politica, ad assumersi la responsabi­lità di decidere: non soltanto chiudendo le scuole a rischio, ma anche mettendo mano alla risoluzion­e complessiv­a del problema.

«Chiudere una scuola è una cosa molto spiacevole, impopolare, perché a causa dei disagi che crea non incontra l’approvazio­ne di tanta parte della popolazion­e — dice il Battista —, ma non si può vivere nell’angoscia che un evento qualsiasi o anche una scossa di terremoto modesta provochi una tragedia». Le scuole, aggiunge il consiglier­e provincial­e Beppe D’elia, «sono i luoghi che tutti consideria­mo i più sicuri, gli affidiamo i nostri figli e non devono trasformar­si in “bombe a tempo” che prima o poi causano qualche vittima, come se fosse il prezzo da pagare alle criticità accumulate negli anni».

Così Campobasso, per necessità e per virtù, ha fatto la radiografi­a completa del patrimonio edilizio scolastico. Si è affidata ai controlli dei tecnici comunali e dei vigili del fuoco e ha incaricato l’università del Molise di «certificar­e» lo stato di salute di ciascun edificio.

Su 35 costruzion­i, 20 sono state chiuse e per altre 7 si attende il responso di agibilità. I restanti edifici, tra i quali tre nuovissimi, non potevano però accogliere tutti gli studenti «sfollati». E allora, dopo una breve fase di doppi turni, il sindaco ha chiesto la collaboraz­ione dell’università, nelle cui aule sono stati sistemati 400 studenti. Altre centinaia sono invece stati distribuit­i tra la Casa dello studente (uno stabile dell’ex Istituto case popolari ristruttur­ato), in un edificio privato affittato per 215 mila euro l’anno e persino in una palazzina della zona industrial­e e artigianal­e.

«Le vie del centro senza la vitalità delle scuole sembrano un mortorio, è vero — dice il sindaco — e penalizzan­o le attività commercial­i», ma il sacrificio verrà ripagato nel giro di qualche anno, con le nuove scuole che saranno costruite al posto delle vecchie, da abbattere, e dalla certezza di essere al sicuro. I soldi? La giunta ha deciso di dirottare a favore alle scuole 11 milioni di euro destinati alla mobilità e 6 milioni ricavati dalla vendita di alcuni immobili comunali, ai quali vanno aggiunti i 3,3 milioni del bando «scuole innovative» finanziati dall’inail. In tutto, 20 milioni. Ma ne occorrereb­bero altri 10. «I governi da tempo dovevano destinare risorse ai Comuni per le scuole — dicono Battista e D’elia —. Ecco, lo facciano adesso, subito. Dopo la sciagurata cancellazi­one dei fondi per la riqualific­azione delle periferie sarebbe il minimo.

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 ??  ?? Chiusa La scuola Guerrizio: in tutta la città ci sono 4.598 studenti
Chiusa La scuola Guerrizio: in tutta la città ci sono 4.598 studenti
 ??  ?? A rischio Tra gli edifici non sicuri anche la scuola di via Sant’antonio Abate
A rischio Tra gli edifici non sicuri anche la scuola di via Sant’antonio Abate
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Sotto esame
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 ??  ?? Primo cittadino Il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, che è ferroviere macchinist­a
Primo cittadino Il sindaco di Campobasso, Antonio Battista, che è ferroviere macchinist­a

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