Corriere della Sera

Il jazz di Fresu «La scommessa del rivisitarl­o»

- Di Enrico Parola

Èvero che con la sua tromba jazz aveva rivisitato 13 laudi medievali e che col bandoneon di Daniele Di Bonaventur­a ha affrontato Bach e Puccini. Però trovare Paolo Fresu al Festival Verdi è cosa che non può non sorprender­e: «Eppure io sono molto legato a Verdi, in particolar­e al Nabucco, all’aida e alla Forza del destino — spiega al Corriere della Sera il musicista sardo, che aggiunge —: molte delle arie di queste opere le suonavo da ragazzo, nella banda del mio paese: è lì dove ho potuto apprendere la musica e poi la tromba». E via alle memorie: «Ricordo che da piccolo mi incantava il suono vellutato del bombardino e quello del flicorno; il mio sogno era di poter essere io stesso a suonare quelle arie un giorno». Quel giorno venne, nella banda; e un altro giorno si affaccia

(si esibirà martedì) in cui immergersi nelle note del Cigno di Busseto. «Verdi — continua il musicista — è stato un grande melodista: la melodia è molto presente nel nostro progetto; ma ci siamo fatti ispirare soprattutt­o dalla sua personalit­à musicale prima ancora che da un’opera specifica. Di certo però — aggiunge — affrontere­mo anche qualcuna delle arie a cui siamo particolar­mente legati». Oltre a quelle che suonava da piccolo nella banda del paese (Berchidda, ndr), altre ve ne sono che lo affascinan­o proprio perché la tromba vi squilla solenne: «Adoro l’ouverture del Rigoletto, è bellissima e drammatica, ma la Marcia Trionfale dell’aida resta la mia preferita. Ricordo la prima volta che l’ho sentita dal vivo, al Teatro di Sassari…. Certo, non è la tromba tradiziona­le (Verdi volle quelle egizie, ndr.), ma rende bene l’idea marziale, solenne e teatrale». Sul modo in cui hanno elaborato gli originali, Fresu assicura di aver agito «con molto rispetto, come secondo noi deve essere e come facciamo con tutti gli altri compositor­i dei quali scegliamo materiali melodici e armonici.

È in questo, a mio avviso, che si cela la scommessa della rivisitazi­one. Che sia Verdi, Ellington o Hendrix cambia poco…».

 ??  ?? In scenaDa sinistra: «Un giorno di regno» diretto da Francesco Pasqualett­i, Teatro Giuseppe Verdi di Busseto; «Le Trouvère» diretto da Roberto Abbado, Teatro Farnese (foto Lucie Jansch); un’altra scena de «Le Trouvère»; «Attila», diretto da Gianluigi Gelmetti, Teatro Regio di Parma
In scenaDa sinistra: «Un giorno di regno» diretto da Francesco Pasqualett­i, Teatro Giuseppe Verdi di Busseto; «Le Trouvère» diretto da Roberto Abbado, Teatro Farnese (foto Lucie Jansch); un’altra scena de «Le Trouvère»; «Attila», diretto da Gianluigi Gelmetti, Teatro Regio di Parma

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