Corriere della Sera

Nelle piazze e in provincia La città si riprende Peppino

Una manifestaz­ione collateral­e con spettacoli su tutto il territorio

- Di Giuseppina Manin

suona brani verdiani, bande di ottoni faranno incursioni nelle osterie di Oltretorre­nte, dove gli anziani si ritrovano per giocare a carte, e altre sorprese in musica accadranno all’abbazia di Valserena, al Labirinto della Masone, alla Fondazione Magnani Rocca».

Parma si riprende Verdi. «Un festival diventa internazio­nale se ha una forte comunità che lo sostiene e lo accoglie — ricorda Minghetti —. Anche dove di rado arriva. Per esempio in ospedale. Le sue arie più allegre risuoneran­no per i bambini del reparto oncologico del “Pietro Barilla”.

E nel carcere di massima sicurezza della città più di trenta sono i detenuti impegnati, sotto la guida di un maestro, in cori verdiani. Così bravi da coinvolger­e nell’ascolto gli altri compagni di pena. Mentre una decina di donne migranti ospiti di un centro d’accoglienz­a, quasi tutte provenient­i da Paesi africani, faranno rivivere a modo loro il dramma di Aida, schiava etiope».

Tra i momenti di maggior appeal, il concorso Verdirap, sfida creativa tra il mondo dell’opera e quello dell’hip hop. A innescare l’«incontro impossibil­e» sarà Otello, che già ha scatenato titoli come Desdemoni, Leon di Venezia, Gli occhi di Jago... Dodici i finalisti che si sfideranno al Teatro Regio, un solo vincitore.

«Far assaggiare la cultura del passato alle nuove generazion­i è un’idea intelligen­te — interviene Carlo Arturo Quintavall­e, storico dell’arte e parmense doc —. I musicisti si sono sempre confrontat­i con i colleghi dei secoli precedenti, quelli dell’800 con quelli del ‘700 e del ‘600... Ai miei tempi noi ragazzi si faceva la fila per andare nei loggioni a sentire l’opera, lunghissim­a se si trattava di Verdi, quasi inesistent­e se in cartellone c’era Wagner. Adesso è più raro vedere giovani in coda, ma queste contaminaz­ioni sono feconde di sorprese. Ricreare il passato è un modo di farlo rivivere». Chi è

● Paolo Fresu, trombettis­ta e filicornis­ta. È originario di Berchidda (Sassari), dove ha dato vita al festival Time in Jazz. Ha al suo attivo oltre 350 dischi di cui più di 80 a suo nome. Nel 2010 ha aperto la sua etichetta discografi­ca, la Tuk Music

La curatrice Minghetti: «Il festival deve arrivare anche là dove arriva di rado, così si crea una comunità»

● Dopo l’omaggio a Puccini nell’album In maggiore, il duo Fresu Bonaventur­a dedica un concerto al genio di Verdi, giocando e improvvisa­ndo con le melodie immortali del maestro (il 2 ottobre)

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? DebuttoÈ il «Macbeth» a inaugurare il Festival Verdi 2018 domani alle h 20 al Teatro Regio di Parma, (repliche 5, 11, 18 ottobre), diretto da Philippe Auguin e con il nuovo allestimen­to di Daniele Abbado. L’opera sarà trasmessa in diretta su Rai Cultura e su Radio3
DebuttoÈ il «Macbeth» a inaugurare il Festival Verdi 2018 domani alle h 20 al Teatro Regio di Parma, (repliche 5, 11, 18 ottobre), diretto da Philippe Auguin e con il nuovo allestimen­to di Daniele Abbado. L’opera sarà trasmessa in diretta su Rai Cultura e su Radio3

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy