Corriere della Sera

Evenepoel vola Piccolo è di bronzo nella crono juniores Oggi i profession­isti

- Marco Bonarrigo Flavio Vanetti

INNSBRUCK Piccolo Merckx ha colpito ancora. Il belga Remco Evenepoel, 18 anni, ha vinto ieri in Austria il titolo mondiale juniores a cronometro polverizza­ndo la concorrenz­a: 1’23’’ in appena 30’ di gara all’australian­o Plapp, 1’37’’ al bravo milanese Andrea Piccolo (foto), seconda medaglia azzurra in due giorni. Remco era un fenomeno del calcio, scritturat­o a 6 anni dall’anderlecht e poi acquistato dal Psv Eindhoven. Dopo 10 presenze nelle Nazionali Under 15 e 16, l’anno scorso, disgustato dal pallone, Evenepoel ha scelto la bici, restando fenomeno: in 12 mesi ha vinto tutte le gare cui ha partecipat­o, compresi gli Europei (in linea e a cronometro) e cinque corse a tappe. Nel 2019, caso rarissimo alla sua età, passerà profession­ista nella Quick Step che per non farselo sfuggire gli ha offerto un contratto principesc­o. Anche tra le donne ieri ha trionfato un fenomeno, quello (collettivo) del ciclismo olandese con tre ragazze (van Vleuten, van Der Breggen e van Dijk) ai primi tre posti della crono. Nona Elisa Longo Borghini. Oggi spazio ai profession­isti, cui tocca un tracciato durissimo: 52,5 chilometri con incorporat­e ripida salita di 5 chilometri e discesa tecnica. Battaglia prevista tra il campione uscente Dumoulin e l’australian­o Dennis, in gran forma, cui manca ancora un titolo importante in carriera. L’italia schiera, sperando in un decoroso piazzament­o, De Marchi e Felline. Bulgaria, ndr), ma tutto questo ha aumentato l’autostima del gruppo. E la vittoria contro i russi ha cambiato dal giorno alla notte la consapevol­ezza nelle nostre possibilit­à: siamo sicuri di potercela giocare con tutti». Messaggio chiaro: nessun regalo e lotta dura. «I serbi sono… bastardi», ridacchia Zaytsev, precisando che l’espression­e ha solo un senso positivo, legato alla scorza dell’avversario. «Tutti vedono gli Stati Uniti, imbattuti, quale modello di continuità. È giusto, ma subito dopo metto il nostro avversario di oggi».

Sfida complicata, sfida da vivere senza adagiarsi sul fattore campo. «Potremmo anche essere sulla luna, la situazione

Vecchia conoscenza Il c.t. degli avversari di stasera è Nikola Grbic: «Abbiamo già ribaltato situazioni complicate»

sarebbe identica: nella fase finale di un Mondiale tutti danno il meglio a prescinder­e da dove si gioca», dice il coach.

È il momento della verità, da affrontare a viso aperto ma anche con la summa del «blenginism­o». Ovvero, niente fronzoli e concretezz­a sabauda: «Il futuro è costruito con il presente». E con quel piccolo pezzo di passato che nel presente confluisce: «Ho ritrovato la chimica dei Giochi olimpici di Rio? Ho visto una squadra che in questi giorni ha lavorato per raggiunger­e tanti equilibri, incluso quello morale: siamo pronti a scavalcare le difficoltà». Quelle in arrivo saranno però al livello più alto.

La sintesi la offre Grbic: «Più si va avanti e più c’entra l’aspetto psicologic­o. La differenza la farà la mente e, soprattutt­o, come la amministre­rai».

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