Corriere della Sera

Durigon: tutto deciso, reddito di cittadinan­za priorità con le pensioni

Il sottosegre­tario leghista: ora parta la start up

- di Andrea Ducci

L’asticella oscilla vicino a quota 2,4%. A confermare che anche la Lega concorda sull’obiettivo di spingere il rapporto tra il deficit e la ricchezza prodotta in Italia fino a questa soglia è Claudio Durigon, sottosegre­tario del Lavoro e delle Politiche sociali. Reduce dall’ennesimo vertice a casa del vicepremie­r Matteo Salvini per discutere quali spazi ottenere tra i vincoli del bilancio pubblico, riassume: «Stiamo ancora lavorando sul nostro piano, ma intendiamo soddisfare i principali obiettivi a cominciare dal reddito di cittadinan­za e dalla riforma della Fornero».

L’avviciname­nto tra la posizione intransige­nte del M5S, che punta secco al 2,4%, e quella più conciliant­e della Lega, si traduce, insomma, nella richiesta su cui dovrà misurarsi il ministro dell’economia, Giovanni Tria. «Noi abbiamo deciso, ora si tratta di innescare l’avvio della start up del nostro programma», è l’indicazion­e. Segnale che i punti salienti del contratto di governo sono ritenuti intoccabil­i, rimettendo così nella mani del titolare di Via XX Settembre la decisione di come procedere nelle prossime ore. I numeri sono spietati e impongono un bagno di realtà a chi finora ha difeso l’argine dell’1,6%, motivandol­o con gli impegni assunti in Europa e con l’esigenza di una tenuta dei conti pubblici nel medio termine. Ma la politica fa a sua volta dei conti sia elettorali sia, più sempliceme­nte, aritmetici. «Si va avanti con la riforma della Fornero con la pensione anticipata per chi raggiunge la quota 100 data dalla somma degli anni di contributi e dell’età anagrafica: la misura — ricapitola Durigon — interessa una platea di 400 mila persone e necessita di circa 7 miliardi di euro».

Nel pacchetto concordato e blindato ieri sera figura anche il reddito di cittadinan­za. «Una misura per cui servono 7 miliardi a cui dovranno aggiungers­i altri 2 miliardi del reddito di inclusione».

Il sottosegre­tario rivendica la strategia di procedere con una manovra che può trarre beneficio, per esempio, dalla «pace fiscale» e, soprattutt­o, dalla scelta di varare misure coraggiose, poiché «lo sviluppo si può generare proprio grazie e attraverso le azioni che abbiamo deciso di mettere in campo». La partita resta ancora aperta e alcune durezze sono la regola. Nei giorni scorsi Durigon ha ripetuto che Tria dal «punto di vista politico non rischia niente», catalogand­o il braccio di ferro tra la maggioranz­a di governo e il ministro dell’economia come inevitabil­e «dialettica». L’arte di argomentar­e, però, questa volta potrebbe non bastare.

d «Misure costose? Lo sviluppo può avviarsi proprio grazie a loro»

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Chi èClaudio Durigon, 47 anni, sottosegre­tario al Lavoro

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