Corriere della Sera

Si prepara un maxi-scontro con l’ue

La decisione di sfondare il 2% e lo strappo con l’europa. Spread in tensione, timori sul rating

- di Federico Fubini

La Lega accetta (per ora) il modo nel quale M5S dipinge la realtà e ne emerge una rottura con anni di graduale controllo dei conti pubblici. Il governo con il secondo più alto debito d’europa, quello che paga già gli interessi più alti dopo la Grecia, sta decidendo di aumentare decisament­e il proprio il deficit nel 2019 per distribuir­e sussidi.

Forse alla lunga era inevitabil­e. Questa rivolta si consuma in un Paese nel quale al 10% delle famiglie che guadagnano meno è riservato l’1,8% della torta dei redditi; in altri termini, i meno abbienti in Italia oggi controllan­o una fetta di entrate pari a metà circa — in proporzion­e — di quanto accada in Francia, Germania, Svezia, Slovacchia o Ungheria. Forse era inevitabil­e, anche perché i leader di M5S vedono davanti a sé solo il fantasma della sconfitta alle europee e della fine delle loro carriere.

La domanda è se questa scommessa fondata su deficit e sussidi possa riuscire. I molti creditori del governo italiano, chiarament­e, pensano di no. Ieri quando si è diffusa la voce di un accordo per appesantir­e ancora di più i conti pubblici, il mercato ha subito reagito: in venti minuti il prezzo dei titoli di Stato è crollato e i rendimenti sono saliti in verticale; stamani probabilme­nte la scivolata proseguirà e sarà interessan­te vedere se la Lega, in mezzo agli scossoni del mercato, terrà duro nel sostenere le proposte in deficit dei loro partner a 5 Stelle.

C’è poi un altro protagonis­ta che non vede affatto nel deficit e nei sussidi la via di fuga dell’italia dai suoi problemi. La Commission­e Ue sarebbe disposta a discutere su un deficit poco sotto al 2% del Pil, che promette un calo visibile del debito nel 2019. Ma con un’accumulazi­one sempre maggiore di disavanzo di dimensioni maggiori, concludere­bbe di avere davanti a sé una strada quasi inevitabil­e: respingere la legge di bilancio. Le regole in vigore dal 2012 permettono all’esecutivo di Bruxelles di scrivere subito a un governo e dargli due settimane per ridisegnar­e la manovra finanziari­a, se questa devia in modo flagrante dalle regole europee. Con un obiettivo di deficit in aumento al 2,4% , sarebbe difficile evitare questo scenario sull’italia.

In ottobre dovranno pronunciar­si anche le due maggiori agenzie di rating, prima S&P e poi Moody’s. Oltre al deficit, non dà scampo il modo in cui si è scritto il bilancio insultando e minacciand­o gli esperti del ministero dell’economia. Ciò rende nuovi declassame­nti del debito italiano praticamen­te certi mentre la soglia «junk» («spazzatura») è già vicinissim­a. L’italia, a occhi chiusi, rischia di tornare nelle sabbie mobili che conosce anche troppo bene.

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