Corriere della Sera

Trump spiazza l’onu: interferen­ze cinesi

Consiglio di Sicurezza, il leader Usa svia dal dibattito su armi (e Iran). Pechino: sgradevoli insinuazio­ni

- DAL NOSTRO INVIATO Giuseppe Sarcina

NEW YORK Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi si guarda intorno e poi alza le spalle, come a dire: «Ma veramente ce l’ha con noi?». Sì Donald Trump ce l’ha con «loro». Il leader americano presiede la riunione speciale del Consiglio di Sicurezza. Apre con una lunga dichiarazi­one. Il tema è la non proliferaz­ione nucleare. Ma dopo poche battute, Trump spiazza tutti: «Purtroppo abbiamo scoperto che la Cina sta cercando di interferir­e nelle nostre elezioni che terremo a novembre (rinnovo della Camera e di un terzo del Senato, ndr). Non vogliono che io vinca perché sono il primo presidente che abbia mai sfidato la Cina sul commercio. Ma noi vinceremo e vinceremo largamente. Non possono immischiar­si nelle nostre elezioni». Più tardi i cronisti al seguito gli chiedono: ci sono delle prove? «Siamo pieni di prove», risponde Trump.

Il ministro Wang Yi ha una mezz’oretta per riprenders­i dalla sorpresa e per buttare giù qualche riga di risposta che legge alla fine del suo intervento: «Non abbiamo mai interferit­o e non interferir­emo negli affari interni di altri Paesi. È una lunga tradizione. Pertanto rifiutiamo queste sgradevoli insinuazio­ni. Anzi siamo noi che chiediamo di non interferir­e negli affari interni di altri Stati».

Anche questa mossa di Trump comporta dei rischi. L’appoggio di Xi Jinping, come ha riconosciu­to lo stesso presidente Usa, è stato essenziale per sbloccare la crisi con la Corea del Nord. Ma evidenteme­nte alla Casa Bianca e al Dipartimen­to di Stato sono convinti di poter tenere distinti i dossier.così da una parte Trump torna ad attaccare l’iran, «che esporta violenza, terrore, disordine», dall’altra lo ringrazia, insieme con Russia e Siria «per aver rallentato, su mia richiesta, l’offensiva contro i tre milioni di persone che vivono a Idlib».

Poi prendono la parola gli altri capi di Stato o i ministri degli Esteri: il francese Emmanuel Macron, la britannica Theresa May, il ministro russo Sergei Lavrov e quindi Wang Yi. Alla fine è chiaro che la questione iraniana promette tensioni mondiali. Trump minaccia tutti: «Applichere­mo altre sanzioni sull’iran e ci saranno gravi conseguenz­e per chi non le rispetterà».

A partire dal 4 novembre il governo di Washington intende chiudere i mercati statuniten­si a tutte le imprese straniere che continuera­nno in qualsiasi modo a commerciar­e con gli ayatollah, comprando, per esempio, il petrolio. Gli europei stanno mettendo in piedi un «veicolo finanziari­o», una specie di stanza di compensazi­one, per aggirare il blocco Usa. Anche l’italia è nella partita. Ieri il premier Giuseppe Conte ha incontrato Hassan Rouhani. Il presidente iraniano ha commentato: «Conte ha espresso il suo sostegno personale e quello dell’italia all’accordo sul nucleare. L’italia è il nostro primo partner commercial­e». Il segretario di Stato, Mike Pompeo, avverte: «Non consentire­mo a nessuno di sfuggire alle sanzioni». Ma Russia e Cina sono altrettant­o dirette. Ancora Wang Yi: «Saremo in grado di garantire il nostro commercio con l’iran».

Teheran e Roma Rouhani vede Conte: «Il premier ha espresso sostegno all’accordo sul nucleare»

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 ??  ?? Tavolo In alto a sinistra, Donald Trump, 72 anni. A fianco, in alto, Emmanuel Macron, 40, e Wang Yi, 64, ministro degli Esteri cinese
Tavolo In alto a sinistra, Donald Trump, 72 anni. A fianco, in alto, Emmanuel Macron, 40, e Wang Yi, 64, ministro degli Esteri cinese
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