Il giudice e le feste dell’82 In attesa del colpo di scena
Kavanaugh, candidato del presidente alla Corte Suprema, è accusato di molestie da tre donne (l’ultima ieri). Oggi le testimonianze al Senato, in dubbio la conferma della nomina
P erché è così devastante la tempesta politica che si è abbattuta su Washington dopo che Donald Trump ha scelto Brett Kavanaugh come nuovo giudice della Corte Suprema? Perché i nove giudici della Corte Suprema sono, per molti aspetti, più potenti di un presidente degli Stati Uniti. Restano in carica a vita (un presidente, se rieletto, al massimo otto anni) e una loro sentenza, anche decisa per 5 voti contro 4, è vincolante. Annullare, o confermare, il verdetto di una corte inferiore significa darle l’imprimatur costituzionale con effetti spesso rivoluzionari: fu la Corte Suprema a cancellare per esempio negli anni 50 del secolo scorso la segregazione razziale dalle scuole americane, negli anni 70 a legalizzare l’aborto. Nel 2000 i nove giudici supremi — il loro ruolo è tanto influente che non vengono chiamati «Judge», giudice, ma «Justice», cioè «Giustizia» — risolsero l’impasse dell’elezione presidenziale arenata con il riconteggio dei voti decisivi in Florida, eleggendo di fatto George W. Bush. Ecco perché il conservatore Brett Kavanaugh, 53 anni, repubblicano di ferro che Trump ha scelto per sostituire Anthony Kennedy (nominato da Reagan), potrebbe tranquillamente restare in carica per un trentennio. Non che Kennedy fosse un progressista ma, con occasionali lampi di centrismo, aveva votato per esempio a favore delle nozze gay e aveva salvato la sentenza che legalizza l’aborto da quasi certa cancellazione. Kavanaugh potrebbe insomma, tra le varie cose, affondare l’aborto legale, dopo 45 anni.
Unico ostacolo: i giudici della Corte Suprema indicati dal presidente hanno bisogno dell’approvazione del Senato, con almeno 51 voti su 100. I repubblicani al momento hanno 51 senatori, i democratici 49 (in caso di pareggio 50-50, il vice di Trump può votare e rompere l’impasse). E su Kavanaugh si sono abbattute accuse gravissime, di reati a sfondo sessuale. Prima una professoressa universitaria di psicologia ha fatto sapere che quando era al liceo, a una festa, Kavanaugh tentò di violentarla con l’aiuto di un amico, e lei sfuggì per miracolo quando l’amico saltò addosso a lei e Kavanaugh facendoli cadere a terra e dandole la possibilità di scappare. Poi una compagna di università, alla prestigiosa Yale, lo accusa di aver cercato di costringerla a un rapporto orale. E ieri Michael Avenatti, l’avvocato della pornostar Stormy Daniels che sta creando enormi problemi a Trump (lo accusa di aver avuto una relazione extraconiugale con lei e di averla pagata per tacere), si è fatto avanti con le di- Udienza chiarazioni di una terza accusatrice, che ripete come a Yale Kavanaugh fosse di frequente ubriaco e, da ubriaco, molto di frequente cercasse di molestare ragazze alle feste dove sarebbero avvenuti stupri di gruppo.
Kavanaugh — cosa mai successa — si è presentato in tv (alla Fox News grande sostenitrice di Trump) con la moglie per negare le accuse. Prima delle udienze che — oggi in commissione Giustizia, fino al voto della prossima settimana davanti all’aula al completo — decideranno la sorte della sua candidatura, ha ricevuto il supporto di Trump che via Twitter è entrato a gamba tesa nella questione, difendendo il giurista e attaccando le sue accusatrici. La prima delle quali, Christine Blasey Ford, comparirà oggi davanti alla commissione Giustizia. Davanti ai senatori repubblicani che hanno già detto, sostanzialmente, di non crederle. E che hanno i numeri, votando compatti a favore di Kavanaugh, per mandare avanti la decisione fino al voto di tutto il Senato. Cosa succederà?
I repubblicani hanno rifiutato di coinvolgere l’fbi in un’indagine
L’inchiesta
I repubblicani hanno rifiutato di coinvolgere l’fbi in un’indagine come chiesto dai democratici
spiegando che Kavanaugh non è sotto processo e che presunte molestie di decenni fa non sono un reato federale e non spettano al Fbi; ingaggiato — mossa inedita — una avvocata per interrogare Blasey Ford (di solito le domande le fanno i senatori visto che sono loro a dover votare a favore o contro ai candidati).
Kavanaugh anche prima di queste accuse era una figura problematica: un passato molto politico da aiutante del Ken Starr che indagò su Clinton e ne provocò l’impeachment, e da collaboratore di George W. Bush alla Casa Bianca. Oltre a un passato di debiti (misteriosamente saldati da qualcuno, di recente). Non era il candidato preferito del partito: il capogruppo repubblicano al Senato aveva indicato altri nomi ma Trump ha insistito. Perché? Ora rischia l’umiliazione di una bocciatura, più in aula che in commissione, e di dover ripartire daccapo, magari dopo la possibile sconfitta elettorale dei repubblicani al voto parlamentare di novembre.