Corriere della Sera

DALLE DOMENICHE NELL’OUTLET ALLA SPESA VIA INTERNET

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Caro Aldo, sono il papà di un bambino di 6 anni. Sto seguendo con ansia la faccenda della legge delle aperture domenicali dei centri commercial­i, perché per me, come per migliaia di altri genitori, quei luoghi sono diventati veri e propri «centri di salvataggi­o» dove si riescono a «risolvere» intere domeniche o giorni di festa. Con la stagione fredda questi posti divengono irrinuncia­bili: feste, incontri, sagre, promozioni, intratteni­mento per bambini a 360 gradi. E ora? Vogliono bruscament­e interrompe­re questo sogno? Edoardo Rabascini

Caro Edoardo,

Nello scorso decennio «outlet» era la parola-chiave per raccontare l’italia. Il centro commercial­e aveva ormai sostituito la piazza, il paese, il centro storico come luogo di incontro. Non solo, appariva la metafora di un Paese in svendita, della mercificaz­ione dei valori, del degrado dei rapporti umani: le chiese, gli stadi, i teatri, i posti in cui per secoli i nostri padri si erano incontrati, amati, combattuti, riappacifi­cati venivano sostituiti dalle moderne cattedrali del commercio. Detto questo, per scrivere un libro intitolato appunto Outlet Italia, visitai con i miei figli bambini molti di questi centri commercial­i, passando anche giornate decisament­e piacevoli, come fa notare lei, caro Edoardo. Alcuni aspetti, come la musica ovunque per abbassare le inibizioni e invogliare all’acquisto, possono dare alienazion­e; ma sono comunque meno peggio della solitudine digitale.

Oggi però il quadro è radicalmen­te mutato. Oggi la spesa si fa online. Ci si lamentava che il centro commercial­e facesse chiudere le piccole botteghe, depauperan­do la comunità; ma almeno pagava e paga stipendi ai dipendenti e oneri di urbanizzaz­ione ai Comuni. I soldi spesi su Amazon finiscono quasi tutti a Jeff Bezos, non a caso divenuto nel frattempo l’uomo più ricco del mondo.

Il vento non si ferma con le mani, la rivoluzion­e digitale andrà avanti. I centri commercial­i, proprio come le botteghe che hanno resistito, dovranno inventarsi nuove cose per reggere la concorrenz­a del web. Nel frattempo chiuderli la domenica è un suicidio che può essere stato concepito solo da un’ideologia incentrata sull’assistenza anziché sul lavoro.

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