«La burocrazia è un labirinto Serve più armonia in Europa»
Moretti Polegato: nel Vecchio Continente ci devono essere le stesse regole
Per nove italiani su dieci il fisco è inadeguato e non equo, per la metà addirittura un nemico, rivela lo studio che sarà presentato nel corso del Deloitte Strategy Council oggi a Roma. Il giudizio però non sorprende Mario Moretti Polegato, 66 anni, fondatore e presidente di Geox. «Pesa la burocrazia nella gestione, che fa assomigliare il nostro sistema fiscale a un labirinto sia per i consumatori che per gli imprenditori, confusi da una proliferazione infinita di leggi e leggine. Cambiano i nomi, ma le tasse sono le stesse», sostiene e cita l’ici, che è diventata Imu, la Tarsu rinominata Tari.
Da imprenditore, quindi, condivide il giudizio degli italiani sul fisco?
«Sono convinto che molti italiani non si rendono conto della situazione fino a quando pagano e allora reagiscono male. Da imprenditore posso dire che è importante distinguere tra l’evasione, da colpire duramente, e gli errori negli adempimenti fiscali. Nel Nordest, ad esempio, dove oltre a il 60/70% delle aziende esportano, ci sono molte contestazioni sui prezzi di trasferimento dei prodotti dalla società madre alle filiali estere. Da qui nasce molta dell’insofferenza delle imprese verso Equitalia e il sistema fiscale: nei controlli c’è la presunzione di colpevolezza e quindi di evasione, ma spesso si tratta di errori. Questo contribuisce a percepire il fisco come nemico».
Concorda che la riforma del fisco sia una priorità assoluta in questo momento?
«In Italia è urgente una semplificazione e maggiore chiarezza, da un lato. Ma dall’altro è necessario avere le stesse regole in Europa, a rischio di perdere qualche Stato membro contrario a un’armonizzazione fiscale. Anche se questo non basta per rilanciare l’economia».
Che cosa serve? Come suggerisce di reinvestire le risorse recuperate con un’amministrazione fiscale più efficente e più equa per rendere l’italia più competitiva?
«Dobbiamo investire nell’istruzione, nelle scuole professionali, e nella ricerca. Dobbiamo insegnare il diritto sulla proprietà intellettuale e rafforzare l’apprendimento dell’inglese, che è la lingua che parla il mondo. Dobbiamo aumentare la promozione del Made in Italy».
d Imprese e consumatori sono confusi da una proliferazione infinita di leggi. Cambiano i nomi, ma le tasse sono le stesse
La formula
Il «patron» di Geox indica la formazione e l’istruzione come punti chiave per il rilancio
Per gli italiani il fisco favorisce soprattutto le multinazionali, sia italiane che estere, a sfavore dei dipendenti a reddito fisso.
«Gli imprenditori sono abituati a fare i conti nelle proprie aziende. Io, come i miei colleghi, vorrei collaboratori più preparati, uno Stato più vicino nelle promozioni all’estero, una politica monetaria più tranquilla. Ma la cosa sistema fiscale equo, efficace e sostenibile, in grado di valorizzare gli asset industriali e le caratteristiche culturali del nostro Paese è alla base dei programmi economici di sviluppo — spiega Enrico Ciai, Ceo di Deloitte in Italia —. Tutti i principali Paesi esteri stanno evolvendo il proprio sistema fiscale, considerato lo strumento ordinario per stimolare ed indirizzare lo sviluppo del Paese in grado di assicurare un elevato livello competitività alle imprese che in esso vi operano».
Pensiamo alle tante iniziative che i paesi stranieri stanno mettendo in campo per favorire lo sviluppo dell’innovazione. A Singapore, il governo ha introdotto agevolazioni per le start-up che prevedono la totale esenzione d’imposta sui primi 100 mila dollari di Alacrità
Nella foto di Giulia Fidel, scorcio di «City Booming Bologna», dal 20/10: un diorama di mattoncini più importante, al di là della pressione fiscale, è la certezza delle regole, perché a un sistema complesso come il nostro si aggiunge l’assenza di stabilità».
Negli ultimi anni la maggioranza dei Paesi ha riformato il proprio sistema fiscale muovendosi essenzialmente su 4 direttrici di intervento: ridurre le tasse per le imprese, con un focus su
imponibile, la Francia ha adottato misure «green» come la deducibilità del 13,5% per le società che investono in R&D sostenibile.
La Israel Innovation Authority (che fa capo al Ministero dell’economia Israeliano) attua politiche d’investimento diretto in imprese high-tech mentre l’estonia, con l’identità digitale, rilascia ai propri cittadini un documento unico (ID card) valido come patente, carta di debito, tessera sanitaria consentendo una dichiarazione dei redditi veloce e un risparmio stimato di circa il 2% del Pil.
«Anche il nostro Paese, come emerge dalla nostra ricerca, necessita di riforme di ampio respiro, industriali e sociali, in grado di valorizzarne le caratteristiche e favorirne la crescita economica» aggiunge Il gruppo
● Deloitte Italy SPA è la member firm del gruppo in Italia, dove è presente dal 1923. Deloitte fornisce servizi di audit, tax, consulting e financial advisory ad aziende pubbliche e private in tutti i settori di mercato
innovazione e Pmi; diminuire la tassazione sulle famiglie; portare avanti politiche fiscali per stimolare l’occupazione; e aumentare la competitività a livello internazionale per attrarre capitali esteri. Su cosa dovrebbe puntare l’italia?
«Il benessere delle imprese produce occupazione e consumi, quindi si riflette sul benessere delle famiglie. Se si rilanciano le imprese, ne beneficiano anche le famiglie. Piuttosto dovremo selezionare i settori e dare la preferenza ai comparti dove all’italia è riconosciuto un vantaggio competitivo. Penso alla cucina, non solo food e vino, ma anche le imprese collegate, come ad esempio i produttori di macchine da caffè come De Longhi in Veneto. Siamo molto stimati nella manifattura, soprattutto nel segmento lusso. L’italia è leader mondiale nella produzione di macchine per il packaging, ma anche nelle macchine per l’edilizia. I capitali dall’estero? Se si agevolano le aziende, si attraggono anche le imprese straniere che vogliono investire in Italia. Un altro settore prioritario, però, è il turismo, che non è organizzato, ma gestito in modo casuale. Detto questo, ritengo che in Italia più che di soldi sia un problema culturale: occorre investire di più sui giovani». Ciai. «È dunque necessaria una riforma fiscale che favorisca la crescita economica attraverso politiche di riduzione degli sprechi, equità fiscale, lotta all’evasione ed efficientamento dei servizi».
A discutere delle importanti scelte strategiche di investimento e di sostegno allo sviluppo competitivo della nostra nazione sono chiamati al convegno di Roma vari esponenti del mondo istituzionale, politico e della business community. Oltre allo stesso Ciai (il quale, in apertura, leggerà un messaggio del vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio) interverranno l’economista e presidente di Positive Planet Jacques Attali, intervistato da Federico Fubini, inviato ed editorialista del Corriere della Sera; e, in una tavola rotonda moderata dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria; Maria Bianca Farina, presidente di Poste Italiane, Francesco Greco, Procuratore Capo di Milano, Salvatore Rossi, direttore generale di Banca d’italia e Mario Moretti Polegato, presidente e fondatore di Geox, oltre a Andrea Poggi, responsabile Monitor Deloitte Strategy Consulting.