La Lazio di scorta suona la quarta a Udine
Turn over e quinto successo di fila (coppa compresa) per Inzaghi che sale al 3° posto
Ha fatto fuori tutta la Lazio che conta: Leiva, Milinkovicsavic e Immobile; l’anima, la classe e i gol della squadra. Ne ha cambiati cinque rispetto alla vittoria contro il Genoa (anche Caceres e Marusic), ha pensato soprattutto al derby che incombe e che vuole prendersi a tutti i costi.
Eppure Simone Inzaghi ha vinto lo stesso, schiantando l’udinese con pazienza e — nel finale — tanta sofferenza e un po’ di fortuna. Così si è messo in tasca la quinta vittoria di fila, la quarta in campionato, catapultandosi al terzo posto (in attesa del Sassuolo). Davanti ai biancocelesti ades- so ci sono solo Juve e Napoli, le avversarie che li hanno battuti in avvio di stagione e che sembravano avere aperto una piccola crisi.
È stata una partita sonnolenta per un tempo, anzi proprio addormentata. L’ha svegliata Fofana in avvio di ripresa con una conclusione che Strakosha ha faticato a togliere dall’incrocio. Non appena Immobile è entrato in campo, e senza che facesse nulla, la Lazio è passata due volte: prima ha segnato Acerbi raccogliendo una respinta colpevolmente corta di Scuffet, quindi Correa con una piccola magia che ha offuscato Larsen (finta, dribbling, gol in diagonale).
A dieci minuti dalla fine, quando la Lazio pensava di poter gestire il risultato, Nuytinck ha riaperto la contesa con una rete di rara bellezza, una sforbiciata che s’è infilata all’angolo anche per una lieve deviazione di Badelj.
E qui è cominciata un’altra partita, fatta di calci, nervosismo e tensione, oltre che di cartellini gialli (addirittura sette in un quarto d’ora). L’udinese ha sfiorato il pareggio, senza centrarlo: doveva cominciare prima a giocare.