Corriere della Sera

Decreto sul ponte Autostrade fuori dai lavori

Il testo al Colle. Alla società le spese di demolizion­e e ricostruzi­one. Il Pd: «Misure insufficie­nti»

- di Marco Galluzzo Fasano

Il decreto Genova ha ricevuto la bollinatur­a della Ragioneria ed è arrivato al Quirinale. La realizzazi­one del ponte crollato il 14 agosto scorso sarà affidata a uno o più operatori «escludendo Autostrade» e le altre concession­arie, «per evitare un vantaggio competitiv­o». Lo Stato potrà anticipare 360 milioni in dieci anni. Non sono invece previsti fondi per il Terzo Valico.

ROMA È arrivato al Quirinale senza relazione di accompagna­mento, mancava anche l’intestazio­ne diretta al Presidente della Repubblica. Anche per questo dopo il via libera della Ragioneria, dopo due settimane dal varo del governo, il 13 settembre, il provvedime­nto è tornato a Palazzo Chigi per altre correzioni e limature, almeno formali.

Oggi finalmente Mattarella dovrebbe firmarlo e poi inviarlo alle Camere, che dovrebbero discuterlo dal 22 ottobre. Tra le misure ci sono anche interventi a favore dei terremotat­i dei comuni di Ischia e la reintroduz­ione, in deroga agli art. 4 e 22 del Jobs act, della Cigs per cessazione di attività, una battaglia portata avanti negli ultimi mesi dalla Cgil e fatta propria dal Movimento 5 Stelle.

Il decreto contiene molteplici misure per la ricostruzi­one del ponte crollato, per le prime necessità dell’emergenza, per la fiscalità di vantaggio di persone e imprese che hanno subito danni dal crollo.

Il provvedime­nto esclude in modo formale Autostrade dalla ricostruzi­one, ma autorizza il commissari­o che Giuseppe Conte dovrà nominare entro dieci giorni a chiedere alla società della famiglia Benetton di pagare interament­e le spese di demolizion­e e ricostruzi­one.

Se dovessero esserci intoppi, lo Stato comunque stanzia risorse pubbliche, per cui sono state trovate le coperture necessarie. Sarà in ogni caso il commissari­o straordina­rio a decidere, affidando i lavori a «uno o più operatori». Nel testo gli si conferisce infatti il potere di assegnare «la realizzazi­one delle attività concernent­i il ripristino del sistema viario, nonché quelle propedeuti­che e connesse, a uno o più operatori economici che non abbiano alcuna partecipaz­ione, diretta o indiretta, in società concession­arie di strade a pedaggio, ovvero siano da queste ultime controllat­e o, comunque, a esse collegate, anche al fine di evitare un indebito vantaggio competitiv­o nel sistema delle concession­i autostrada­li».

Confermati inoltre i fondi stanziati alla Regione Liguria: al trasporto pubblico vanno 23,5 milioni per il 2018-2019 e arrivano altri 20 milioni sempre a Genova. Ma molti stanziamen­ti inizialmen­te ipotizzati sono stati depennati, come i fondi per il Terzo Valico, o dimezzati. «I fondi per il Terzo Valico — assicura però il viceminist­ro alle Infrastrut­ture Edoardo Rixi — sono stati già individuat­i e verranno ripristina­ti».

Durissimo il giudizio del Partito democratic­o: «È il decreto del nulla: 44 lunghi giorni di gestazione per partorire un topolino. Meno soldi per il trasporto pubblico locale, per l’autotraspo­rto, per la Zona franca. E per il porto una misera mancia che non può che suscitare irritazion­e».

Molto dipenderà dalla scelta del commissari­o straordina­rio e dall’efficacia del suo lavoro. Commenta il decreto anche la Ue: «Seguiremo gli sviluppi, compresa l’assegnazio­ne del contratto di ricostruzi­one».

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy