Il nuovo vertice dei magistrati Perché ha vinto l’opposizione
Battuto il candidato del M5S. Di Maio contro «il sistema». Bonafede: parte delle toghe fa politica
David Ermini, ex responsabile Giustizia del Pd, è stato eletto vicepresidente del Csm (Consiglio superiore della magistratura). Due voti in più del candidato in quota Cinque Stelle, Alberto Maria Benedetti. L’elezione di Ermini è stata salutata da un applauso in Aula dei deputati di Pd e Forza Italia, ma ha scatenato l’ira dei pentastellati. Il vicepremier Di Maio ha accusato «il sistema», mentre il ministro della giustizia Bonafede ha detto: parte delle toghe fa politica.
ROMA Due fumate nere, poi tredici voti e un conflitto istituzionale (via social) senza precedenti. É finita così l’elezione dell’ex responsabile Giustizia del Pd, David Ermini, a vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura.
Con la nomina salutata da un applauso in aula dai consiglieri laici del Pd e di Forza Italia. Ma con l’organo di autogoverno dei giudici spaccato: il laico Ermini ce l’ha fatta contro Alberto Maria Benedetti (quota M5S) per soli 2 voti (13 a 11 e 2 bianche dei laici di Forza Italia). E soprattutto con la protesta di Luigi Di Maio contro il «renzianissimo deputato fiorentino del Pd che si era fatto cinque anni in Parlamento con il Pd lottando contro le intercettazioni» e ora è stato eletto da «magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza?».
Un’accusa che gli è stata subito rivolta contro, visto che oltre ad essere leader M5S, Di Maio è anche vicepremier. E che l’esecutivo dovrebbe starne fuori glielo ha fatto notare subito Matteo Renzi: «Ermini è stato scelto dai giudici. Per ora vige ancora la Costituzione non la piattaforma Rous- seau». Rimarcando che al Csm Ermini era stato mandato dal Parlamento «anche con i voti del Movimento».
In molti dal Pd hanno chiesto l’intervento del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. «Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica!» ha detto il Guardasigilli, ricordando di essersi sempre battuto perché «il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Una battaglia essenziale per salvaguardare l’autonomia della magistratura che evidentemente sta più a cuore a me che ai magistrati».
Parole «inappropriate» secondo le toghe progressiste di Area e quelle di Magistratura indipendente che lanciano l’allarme delegittimazione.
Non sono servite a distendere il clima l’autosospensione dal Pd di Ermini né il suo discorso di insediamento: «Quando veniamo qui ognuno di noi dismette la casacca che aveva un minuto prima e risponde solo alla legge e alla Costituzione».
La casacca del penalista di Figline Valdarno è percepita ancora a tinte fosche dal M5S. Tanto da far dire a Di Maio: «Il sistema è vivo e lotta contro di noi».
«Da questo momento inizia una nuova pagina», auspica il capo dello Stato, Sergio Mattarella. A giudicare dall’incipit sarà una pagina molto complessa.