Corriere della Sera

Così pensioni e sgravi Reddito, 10 miliardi

Il deficit fissato al 2,4% per tre anni Nuovo fisco dal 2020, con due aliquote

- Mario Sensini

Una manovra di finanza pubblica che punta a chiudere il divario di crescita tra l’italia e la Ue scommetten­do sugli investimen­ti pubblici, la riduzione delle tasse e la lotta alla povertà, con una forte componente di spesa in deficit, che nel prossimo triennio sarà al 2,4%.

Il menù della Legge di Bilancio 2019 è definito. Arriverà un primo sgravio delle imposte per i piccoli imprendito­ri e i profession­isti, ma anche per le imprese che reinvestir­anno gli utili. Il taglio dell’irpef è rinviato, invece, al 2020: si comincerà con la riduzione delle aliquote da cinque a tre, e si avanzerà con la loro riduzione progressiv­a. Per fine legislatur­a l’obiettivo è arrivare a due aliquote Irpef: il 23% per i redditi fino a 75 mila euro, il 33% oltre.

La “flat tax” a due livelli, si legge nella bozza della Nota di aggiorname­nto al Documento di economia di aprile, esaminata ieri dal governo, dovrebbe essere finanziata con la riduzione delle spese fiscali, e con una «rimodulazi­one delle aliquote Iva».

Regolazion­e dei debiti, non per tutti

Scontato, nel 2019, l’avvio della nuova regolarizz­azione dei debiti tributari e non solo. La pace fiscale sarà accessibil­e a chi ha cartelle esattorial­i o un contenzios­o con l’amministra­zione fiscale, entro il secondo grado di giudizio, per importi inferiori ai 100 mila euro. Nello stesso tempo il governo promette anche una stretta all’evasione, fino a prevedere il carcere per chi si nasconde dal fisco.

Nel 2019 arriverà, con una spesa di 10 miliardi di euro, anche il «Reddito di cittadinan­za», un assegno per i disoccupat­i che si impegnano a cercare attivament­e un impiego.

Per spingere gli investimen­ti pubblici si privileger­anno le piccole opere di manutenzio­ne straordina­ria, in particolar­e per la viabilità, che non le grandi opere, da rivedere i base ad un’analisi costi-benefici. Secondo il governo possono essere immediatam­ente attivati ben 118 miliardi di investimen­ti pubblici. Si cercherà anche il rilancio di quelli privati con la conferma delle agevolazio­ni sulle ristruttur­azioni edilizie e del sismabonus. Previsto un fondo di 1,5 miliardi per il rimborso dei risparmiat­ori travolti dai crack bancari.

Nei piani dell’esecutivo c’è anche la riduzione del numero di deputati (da 630 a 400) e senatori (da 315 a 200). Per la sanità nel ‘19 ci sarà un miliardo in più (115 miliardi), oltre a maggiori stanziamen­ti per istruzione e ricerca.

Stop alla legge Fornero

Nel 2019 ci sarà anche un primo intervento sull’età pensionabi­le, con l’introduzio­ne di quota 100, ma con dei “paletti”, come gli anni di contribuzi­one minima, che dovrebbero essere 41 e mezzo, o l’età, comunque non inferiore a 62 anni. Ma soprattutt­o, l’anno prossimo, dovrebbero arrivare le prime «pensioni di cittadinan­za» con l’integrazio­ne a 780 euro mensili degli assegni. Per coprire i costi si prevede il ricalcolo delle pensioni oltre i 4.500 euro netti.

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