Corriere della Sera

Il crocevia della nuova America

- di Massimo Gaggi

L’America segue con grande passione il caso Kavanaugh non solo per le sue conseguenz­e politiche — cambio di rotta di una Corte Suprema più conservatr­ice, possibile impatto sulle elezioni di midterm — e per le sue implicazio­ni sessuali, ma anche perché la vicenda alimenta discussion­i accese che si sviluppano all’intersezio­ne tra questioni giuridiche e cambiament­o delle sensibilit­à sociali. Chi difende il giudice sostiene che deve essere considerat­o innocente fino a prova contraria e si appella ai sacri principi del diritto romano, mentre i colpevolis­ti obiettano che, stabilita la sua non punibilità sul piano penale, quello che conta è che nell’era di #Metoo alle donne che hanno il coraggio di rompere il muro della vergogna venga garantita una presunzion­e di credibilit­à. Giusto andare a fondo per evitare che una magistratu­ra fondamenta­le per la vita democratic­a venga esercitata da un uomo dai due volti. Ma anche il dubbio che d’ora in poi si aprirà la caccia ai precedenti imbarazzan­ti per qualunque nomina rilevante, col rischio di giochi al massacro. L’unica certezza è che Kavanaugh è divenuto il testimonia­l di padri e madri di studenti che da tempo ammoniscon­o, inascoltat­i, i loro figli: niente sbronze, nelle feste evitate di andare su di giri, usate con parsimonia le videocamer­e degli smartphone. Certo, sono in pochi a finire sotto i riflettori del Congresso, ma le sensibilit­à cambiano per tutti: basta il video di una notte brava che circola in rete per perdere un’importante occasione di lavoro.

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