Corriere della Sera

Preso il quarto uomo: vendeva un orologio

A pochi giorni dalla rapina in villa di Lanciano la polizia ha fermato l’ultimo sospettato. Era a Casal di Principe

- DAL NOSTRO INVIATO (Lapresse) Fulvio Fiano

È stato preso vicino allo stadio di Casal di Principe (Caserta), mentre vendeva un orologio, forse parte della refurtiva dell’ultimo colpo. Gli uomini dello Sco della polizia ne avevano già tracciato gli spostament­i in zona e quando hanno ricevuto la segnalazio­ne di un informator­e sulla sua effettiva presenza hanno allertato il commissari­ato di zona. Dopo una breve fuga a piedi anche il quarto uomo della banda che ha rapinato e pestato selvaggiam­ente i coniugi Martelli a Lanciano è stato posto in stato di fermo.

Il 69enne chirurgo in pensione dimesso ieri dall’ospedale lo ha riconosciu­to in foto, fornendo l’ultima conferma agli investigat­ori. Si tratta di Alexander Bogadan Coltenau, 26 anni, alle spalle già una vecchia rapina nel frusinate (da cui la foto segnaletic­a). È l’unico non incensurat­o e non è imparentat­o con gli altri tre. Viene descritto come semplice complice e non capo della banda come si era inizialmen­te pensato. Esclusa anche la presenza di una donna.

In attesa della convalida del fermo da parte del giudice, resta l’impression­e di trovarsi di fronte a una banda «anomala». I primi tre arrestati, Costantin Aurel Turlica, 22 anni, il fratello Ion Cosmi, 20 anni, e il cugino Aurel Rusel, 25, da un anno vivono a Lanciano, con un lavoro stabile come muratori o giardinier­i, e parlano un perfetto italiano. Integrati a tutti gli effetti e lontani dal profilo tipico dei predatori di ville. Le fotografie sui social li ritraggono al bar o in spiaggia come dei comuni ventenni. Sono accusati di sequestro di persona, lesioni gravissime, rapina pluriaggra­vata. Anche all’indomani dell’ultimo colpo sono stati visti sotto il covo-abitazione di corso Roma, in pieno centro, senza che questo destasse sospetti.

Quello che i tre non sapevano è che nel bar lì vicino gli agenti della mobile di Chieti ne tenevano sotto controllo gli spostament­i e indagavano su quella Golf nera che il gps collocava nella zona della rapina. Non abbastanza però per procedere al fermo senza il rischio che i sospettati tornassero in libertà per mancanza di prove. Così, quando poi l’auto è finita fuori strada due sere fa, una pattuglia in borghese del gruppo radio mobile l’ha raggiunta fingendo di prestare soccorso e ha condotto i tre in commissari­ato per accertamen­ti. A bordo c’erano le valigie e due di loro erano nascosti a bordo strada.

«Un lavoro svolto in soli quattro giorni, grazie alla collaboraz­ione tra polizia e carabinier­i» sottolinea il procurator­e Mirvana Di Serio. Il colonnello Florimondo Forleo, comandante provincial­e dei carabinier­i di Chieti, e il questore Ruggiero Borzacchie­llo ribadiscon­o che il controllo del territorio è sempre alto.

L’indagine è una felice sintesi di vecchi metodi e nuove tecnologie usate dagli esperti del cosiddetto «moving team» dello Sco di Roma.

La tecnologia è stata fondamenta­le anche per individuar­e il quarto uomo. Una delle telecamere di sicurezza di Lanciano ha infatti ripreso parte del viso e mento dell’uomo: quelle immagini sono state inserite nel Sari — Sistema automatico riconoscim­ento immagini — che ha fornito un riscontro e confermato l’identità del romeno, che andava in giro con un documento falso.

Il ruolo

Romeno, 26 anni, l’unico del gruppo con precedenti. Ma non era lui il capo della banda

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Distrutto Le fiamme hanno completame­nte inghiottit­o il gattile di Rho che dovrà essere demolito

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