Dybala studia al master per fenomeni
Lo juventino: «Sono l’unico al mondo che può imparare sia da Ronaldo sia da Messi»
TORINO Paolino Dybala sospira, come un attore che ha perso il ruolo di protagonista con l’arrivo di Ronaldo e sta cercando di ritagliarsi un ruolo diverso, ma non certo da comprimario. «Sono tornato» ha scritto l’argentino subito dopo la vittoria sul Bologna, accelerata dal primo gol stagionale della Joya. Ma domani c’è già Juve-napoli e non è escluso che Dybala possa tornare ancora. Ma in panchina. «Il mister non ha ancora detto niente e non è facile per lui decidere chi far giocare in attacco — sospira Paulo —: possiamo tutti ricoprire qualsiasi ruolo, lui vedrà in allenamento chi sta meglio».
Non fa una piega, ma in questo momento la condizione di Bernardeschi sembra superiore rispetto a quella del numero 10. E Mandzukic, che col Bologna ha riposato, finora è stato prescelto per fare da spalla a Ronaldo nelle frenetiche rotazioni del 4-3-3. Senza Mandzo, con un 3-5-2 interpretato in attacco in modo molto dinamico dalla Juve, Dybala ha ritrovato il gol, giocando più vicino all’area, ma facendo comunque quel lavoro di raccordo che gli chiede Allegri. Sarà un caso che il gol e la prestazione siano arrivati con un assetto diverso e una
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Io in dubbio contro il Napoli? Non è facile per Allegri scegliere, perché siamo in tanti: vedrà chi starà meglio
posizione più da bomber? Il sospiro non si fa attendere: «Le statistiche le sapete voi meglio di me — dice l’argentino —. A volte il mister mi chiede di abbassarmi di più per entrare in gioco coi centrocampisti e fare da collegamento con l’attacco. Dipende dalle partite: con le squadre molto chiuse è difficile ricevere palla dentro l’area».
Soprattutto se quel pallone bisogna dividerlo con Cristialo no. Mancano quei tiri, al sospirante Dybala? «Chiaramente sì, mi piace tirare. Però non è che ho mai tirato moltissimo — ricorda la Joya —. Con la Lazio a Roma un paio di volte, col Milan una. Con Cristiano che tira tanto per noi chiaramente è più dura, ma conta vincere».
Per la Juve conta anche utilizzare al meglio la Joya. La prima estate Allegri lo battezzò come centravanti, adesso sta riconvertendo come trequartista con licenza di segnare gol da punta, come mercoledì. Un compito dispendioso, che richiede una brillantezza atletica che Dybala ha fatto intravvedere: «Mi sento bene, fiducia e continuità sono fondamentali» ricorda lui, che un anno fa all’improvviso perse la prima, per poi rincorrere la seconda. Erano i giorni del doppio confronto con Messi: perso nettamente con la Juve al Camp Nou e complicato, dopo l’illusione iniziale, anche in Nazionale, dove la coesistenza è stata presto bocciata da Sampaoli. Dybala poi è partito dalla panchina in tanti big match (ma non quelli col Napoli) e ha segnato altri gol pesanti.
L’integrazione con Ronaldo non è certo impossibile, ma richiede tempo e sacrificio, soprattutto per Paulo: «L’aspetto più sorprendente di Cristiano è davvero l’intensità con cui si allena, per la voglia che ha di vincere — racconta il 10 bianconero —. Tra lui e Messi non ci sono differenze, perché sono due fenomeni. E io ho la fortuna di essere l’unico al mondo che può giocare e imparare da entrambi». L’apprendistato dai grandi non è finito. I sospiri, almeno quelli, sì.
d Cristiano tira tanto e per noi ci sono meno occasioni... Incredibili l’intensità con cui si allena e la sua voglia di vincere