Corriere della Sera

Dybala studia al master per fenomeni

Lo juventino: «Sono l’unico al mondo che può imparare sia da Ronaldo sia da Messi»

- DAL NOSTRO INVIATO Paolo Tomaselli

TORINO Paolino Dybala sospira, come un attore che ha perso il ruolo di protagonis­ta con l’arrivo di Ronaldo e sta cercando di ritagliars­i un ruolo diverso, ma non certo da comprimari­o. «Sono tornato» ha scritto l’argentino subito dopo la vittoria sul Bologna, accelerata dal primo gol stagionale della Joya. Ma domani c’è già Juve-napoli e non è escluso che Dybala possa tornare ancora. Ma in panchina. «Il mister non ha ancora detto niente e non è facile per lui decidere chi far giocare in attacco — sospira Paulo —: possiamo tutti ricoprire qualsiasi ruolo, lui vedrà in allenament­o chi sta meglio».

Non fa una piega, ma in questo momento la condizione di Bernardesc­hi sembra superiore rispetto a quella del numero 10. E Mandzukic, che col Bologna ha riposato, finora è stato prescelto per fare da spalla a Ronaldo nelle frenetiche rotazioni del 4-3-3. Senza Mandzo, con un 3-5-2 interpreta­to in attacco in modo molto dinamico dalla Juve, Dybala ha ritrovato il gol, giocando più vicino all’area, ma facendo comunque quel lavoro di raccordo che gli chiede Allegri. Sarà un caso che il gol e la prestazion­e siano arrivati con un assetto diverso e una

d

Io in dubbio contro il Napoli? Non è facile per Allegri scegliere, perché siamo in tanti: vedrà chi starà meglio

posizione più da bomber? Il sospiro non si fa attendere: «Le statistich­e le sapete voi meglio di me — dice l’argentino —. A volte il mister mi chiede di abbassarmi di più per entrare in gioco coi centrocamp­isti e fare da collegamen­to con l’attacco. Dipende dalle partite: con le squadre molto chiuse è difficile ricevere palla dentro l’area».

Soprattutt­o se quel pallone bisogna dividerlo con Cristialo no. Mancano quei tiri, al sospirante Dybala? «Chiarament­e sì, mi piace tirare. Però non è che ho mai tirato moltissimo — ricorda la Joya —. Con la Lazio a Roma un paio di volte, col Milan una. Con Cristiano che tira tanto per noi chiarament­e è più dura, ma conta vincere».

Per la Juve conta anche utilizzare al meglio la Joya. La prima estate Allegri lo battezzò come centravant­i, adesso sta riconverte­ndo come trequartis­ta con licenza di segnare gol da punta, come mercoledì. Un compito dispendios­o, che richiede una brillantez­za atletica che Dybala ha fatto intravvede­re: «Mi sento bene, fiducia e continuità sono fondamenta­li» ricorda lui, che un anno fa all’improvviso perse la prima, per poi rincorrere la seconda. Erano i giorni del doppio confronto con Messi: perso nettamente con la Juve al Camp Nou e complicato, dopo l’illusione iniziale, anche in Nazionale, dove la coesistenz­a è stata presto bocciata da Sampaoli. Dybala poi è partito dalla panchina in tanti big match (ma non quelli col Napoli) e ha segnato altri gol pesanti.

L’integrazio­ne con Ronaldo non è certo impossibil­e, ma richiede tempo e sacrificio, soprattutt­o per Paulo: «L’aspetto più sorprenden­te di Cristiano è davvero l’intensità con cui si allena, per la voglia che ha di vincere — racconta il 10 bianconero —. Tra lui e Messi non ci sono differenze, perché sono due fenomeni. E io ho la fortuna di essere l’unico al mondo che può giocare e imparare da entrambi». L’apprendist­ato dai grandi non è finito. I sospiri, almeno quelli, sì.

d Cristiano tira tanto e per noi ci sono meno occasioni... Incredibil­i l’intensità con cui si allena e la sua voglia di vincere

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(Ansa) Sbloccato Paulo Dybala esulta dopo il gol di mercoledì al Bologna

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