Alla scoperta di Cristoforo Venerdì il bomber venuto (in auto) dall’est
Piatek, il polacco del Genoa, è la rivelazione di inizio campionato
d Piatek
Mi paragonano a Inzaghi ma sono diverso: mi piace anche correre e difendere, lui pensava solo al gol
d Boniek Ha tutto per giocare seriamente, ma il suo valore si vedrà quando smetterà di far gol per 3-4 partite
Il re del gol in 80 giorni. Krysztof Piatek (ma si dice Piontek) il destino se lo porta nel nome. La scalata al grande calcio d’europa non poteva non partire dal Genoa per uno che si chiama Cristoforo, come Colombo. A 125 anni dalla fondazione, il club più antico d’italia ha dovuto riscrivere la sua storia: nessuno mai aveva segnato in tutte le prime cinque partite (manca all’appello la gara con il Milan) del campionato di serie A.
Più di un vizio, il gol è un’abitudine per «Il Pistolero» di Dzierzoniow, il paesino polacco delle sette chiese in Bassa Slesia e dei soli due campi da calcio dove è cresciuto il centravanti, rivelazione d’inizio di stagione. Naturale il paragone con il connazionale Robert Lewandowski, suo punto di riferimento insieme a Harry Kane. A molti Piatek ricorda Pippo Inzaghi, lui ha smontato il confronto. «Sono diverso, a me piace anche correre e difendere, lui si concentrava principalmente sui gol», ha detto sottolineando un’anima da attaccante moderno.
Con i suoi 183 centimetri non è un gigante, inquadra però la porta come pochi e tira da ogni posizione. Di certo segna tanto, in 80 giorni già 22 volte. Ha iniziato nelle amichevoli precampionato con 12 gol, ha continuato in Coppa Italia rifilando al Lecce 4 reti nei primi 37 minuti, si è confermato con 6 centri nelle prime 5 partite: il migliore della serie A. Per non far torto a nessuno ha punito tutti: Empoli, Sassuolo, Bologna, Lazio e Chievo.
L’ha voluto il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. È andato a pescarlo nel Ks Cracovia per appena 4 milioni e il 23enne si è inserito nel solco della tradizione del club rossoblù, spesso pista di lancio per grandi attaccanti come Milito, Palacio, Borriello, Aguilera, Skuhravy. Su Piatek hanno posato gli occhi squadre di mezza Europa, anche le milanesi.
Il Genoa s’è fatto trascinare dal vento dell’est e da questo ragazzo venuto con la sua auto da Cracovia fino a Genova. Due giorni di macchina e più di 1.500 chilometri con la fidanzata Paulina, con cui condivide l’appartamento in zona Corso Italia, non lontano dal mare. Una stranezza nel calcio d’oggi dove i giocatori sono serviti e riveriti, quasi la normalità per «Venerdì», traduzione italiana del cognome Piatek. Non è una coincidenza se il Genoa ogni venerdì pubblica un suo messaggio sui social network del club, i cui contatti sono esplosi, e ha affiancato al centravanti un social manager.
Non convocato al Mondiale, Piatek «Venerdì», da naufrago del gol e grazie alla vetrina della serie A, a settembre si è conquistato la convocazione in Nazionale e l’italia potrebbe ritrovarselo contro il 14 ottobre. L’ex juventino Zbigniew Boniek, presidente della Federcalcio polacca, per l’avvocato Agnelli era il «Bello di notte», Piatek risplende pure di giorno. «Ha tutto per giocare a calcio seriamente, ma il vero valore viene fuori quando smetterà di far gol per 3-4 giornate», avverte Zibì. Per ora non si è ancora fermato.