Corriere della Sera

«Attenti alle illusioni»

Dombrovkis, vicepresid­ente della Commission­e Ue: peserà sulle famiglie

- di Federico Fubini

I l vicepresid­ente della Commission­e europea, Valdis Dombrovski­s, usa toni morbidi tipici di chi riflette e non attacca ma ricorda che seguire le regole conta, sia per l’italia che per qualunque altro Paese.

Valdis Dombrovski­s, il 47enne vicepresid­ente della Commission­e europea responsabi­le per le politiche dell’euro, è abituato da decenni a esprimersi con cautela. Fa parte della sua cultura di studioso di fisica formatosi nei laboratori tedeschi, oltre che in Lettonia dove è nato e cresciuto. Ma se adesso Dombrovski­s parla pesando ogni parola sulla situazione dell’italia dev’esserci una ragione di più, di natura politica questa volta. Si direbbe che il vicepresid­ente della Commission­e Ue voglia evitare una trappola spalancata davanti alle istituzion­i dell’unione europea: la discesa in una lite furiosa nella quale il governo di Roma possa accusare Bruxelles di pignoleria, rigidità e magari di praticare due pesi e due misure contro l’italia e a favore di qualche altro Paese.

Anche la Francia per esempio sta presentand­o in questi giorni un bilancio con un deficit crescente, benché la deviazione venga prevista per un solo anno e ciò dovrebbe convincere la Commission­e Ue a dare il suo via libera. Per l’italia invece sarà diverso, perché l’indebitame­nto previsto in più è permanente e l’equilibrio del Paese è molto più precario.

In questo quadro, Dombrovski­s capisce esattament­e ciò che è meglio schivare: una polemica su presunte discrimina­zioni della Commission­e Ue ai danni di un governo a guida populista; sarebbe materia prima perfetta, in mano alla Lega o ai 5 Stelle, per fare campagna alle elezioni europee di maggio. Per questo il commissari­o Ue venuto dalla Lettonia, di cui è stato premier, non dà nulla per scontato. «Rispettiam­o qualunque governo democratic­amente eletto e cerchiamo di lavorare in maniera costruttiv­a alle sfide che abbiamo davanti a noi», premette. «Come qualunque altro nell’area euro, anche il governo italiano ha degli impegni e degli obblighi da rispettare e questi includono le regole di bilancio europee perché — aggiunge Dombrovski­s — l’euro è una comunità costruita sulla fiducia e questa fiducia si basa su regole concordate

insieme e condivise. È per questo che seguire le regole conta, sia per l’italia che per qualunque altro Paese».

Per il commissari­o Ue è impossibil­e far finta che i piani di bilancio usciti giovedì da Palazzo Chigi, fra urla dai balconi e bandiere al vento nella notte, siano in linea con quanto richiedere­bbe il Fiscal Compact europeo. «È chiaro che la strategia di bilancio che è stata presentata, prevedendo

un aumento sostanzial­e invece che un calo del deficit struttural­e (al netto degli effetti transitori, ndr) è in contraddiz­ione con gli impegni dell’italia, che erano stati concordati con tutti i Paesi dell’unione europea». Il governo precedente aveva indicato un percorso di riduzione del deficit pubblico sostanzial­mente fino ad azzerarlo fra un paio di anni. Sulla credibilit­à degli intenti dei governi di centrosini­stra di Matteo Renzi e poi di Paolo Gentiloni si stendevano molte ombre, se non altro perché erano stati rinviati già molte volte e ancora oggi dipendono da enormi aumenti dell’iva che poi vengono sempre sospesi.

Ma stavolta c’è un passo in più, perché l’italia per la prima volta da anni sceglie di aumentare l’indebitame­nto. Dombrovski­s non salta alle conclusion­i perché vuole lasciare spazio al governo di Roma di ripensarci nelle prossime due settimane, specie se i mercati finanziari lo obblighera­nno a farlo. «Saremo in

grado di dare la nostra opinione una volta che l’italia presenterà il suo progetto di bilancio — dice —. Comunque ciò che si sta discutendo oggi sembra in contraddiz­ione con il Patto di stabilità».

C’è però un problema che lo preoccupa di più, ed è la dinamica del populismo. Conquista il potere nel nome degli interessi del popolo e rischia di ottenere il risultato contrario, avverte Dombrovski­s. «All’inizio sembra che la strategia (del fare più debito, ndr) porti immediati benefici, poi in realtà viene fuori che è un’illusione perché sta già producendo costi più alti in interessi sul debito per lo Stato, per le imprese italiane e per le famiglie — dice il vicepresid­ente della Commission­e Ue —. Alla fine dei conti, il denaro pagato per il servizio del debito sarà sprecato per il bilancio pubblico e gli interessi più alti peseranno su famiglie e imprese, generando meno crescita, meno investimen­ti e minore creazione di posti di lavoro».

d L’italia ha degli obblighi da rispettare L’euro è una comunità costruita sulla fiducia, che si basa su regole concordate e condivise

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(Ansa) Vicepremie­r Luigi Di Maio, 32 anni, ieri a Roma con il ceo di Huawei Italia, Thomas Miao, 41

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