Il commissario che ha la madre tra gli sfollati
L’ipotesi del dirigente di Fincantieri come Commissario per ricostruire il ponte
Via libera al decreto Genova con la firma del presidente Sergio Mattarella. E arriva anche il nome del commissario: Claudio Andrea Gemme, 70 anni, genovese, dirigente di Fincantieri, che ha già dato la propria disponibilità. La madre di Gemme è tra gli sfollati. Ma sul decreto sono più le critiche che i consensi. Un no trasversale che arriva da commercianti, industrie, operatori del porto, sindacati, imprese dell’autotrasporto, sfollati, perfino i preti. E non è soltanto una questione di soldi, anche se le risorse economiche messe in campo sono ritenute all’unanimità «assolutamente insufficienti».
ROMA Nel giorno della firma da parte del presidente Sergio Mattarella del decreto per l’emergenza Genova, arriva anche il nome del Commissario per la ricostruzione.
Il governo si era riservato ancora qualche giorno di riflessione, ma su pressione soprattutto della Lega, con Salvini che ieri mattina invitava a non perdere più un minuto, la scelta è caduta su Claudio Andrea Gemme, 70 anni, genovese, dirigente d’azienda con un passato in Finmeccanica e all’ansaldo e oggi presidente di Fincantieri Sistemi Integrati, direttore della Divisione Systems & Components della stessa Fincantieri e membro di Confindustria. «Ho dato la mia disponibilità» conferma Gemme, ancora in attesa della comunicazione ufficiale.
Molto netta la spinta della Lega, che proprio ieri mattina con il suo leader aveva chiesto di individuare una persona che fosse non solo preparata ma anche vicina alla sofferenza della città, e la mamma di Gemme figura infatti fra gli sfollati delle case adiacenti al Ponte crollato, nel quartiere dove lui stesso — raccontano — ha vissuto da ragazzo. Conferme sulla sua probabilissima nomina arrivano sia dal ministero dei Trasporti — «Andrea Gemme è un ottimo e capace professionista che conosce bene Genova», dice il viceministro Edoardo Rixi — sia dalla Lega che dalla Regione Liguria, nonostante qualcuno faccia notare che la scelta di un altissimo dirigente di Fincantieri, società alla quale il M5S vorrebbe affidare la ricostruzione dell’opera, possa essere anomala. Lo dice con chiarezza il Pd Ubaldo Pagano: «Il profilo professionale di Gemme non è in discussione, ma i rischi di conflitto di interessi sono evidenti. Il ponte va ricostruito presto e bene, ma soprattutto nel rispetto delle regole».
Non ci sono invece preclusioni da parte della Regione, alla quale pure spetta un parere: per Giovanni Toti, che mantiene le sue critiche sulla sostanza del decreto, il nome di Gemme è fra quelli graditi. Anche perché il manager era stato uno dei papabili candidati del centrodestra per la carica di sindaco di Genova, anche se alla fine il prescelto fu l’attuale primo cittadino Marco Bucci. In ogni caso, la scelta — dicono dall’entourage del governatore azzurro, che ieri ha a lungo parlato con il premier Conte — è e «deve essere dell’esecutivo», che sulla ricostruzione si è assunto la responsabilità sia con il decreto sia con il commissario ad hoc.
Al legame con la città, strettissimo, si aggiunge un curioso episodio. Nell’aprile del 2017, il manager rischiò la vita a causa di un incidente stradale sulla A7, sembra per un attraversamento improvviso di cinghiali. La sua auto di notte si ribaltò e furono coinvolte quattro auto nell’incidente. Tanto che, si raccontò all’epoca, Gemme arrivò ad annunciare per ben due volte che avrebbe chiesto i danni a Società Autostrade. La stessa che si troverà a fronteggiare da Commissario per le responsabilità che le vengono attribuite per il crollo del Ponte Morandi.
Via libera al decreto Spinto dalla Lega, non ci sarebbero veti dalla Regione. Mattarella ha firmato il decreto