Corriere della Sera

Cosa succede adesso

Tra bilancio statale e salvadanai dei cittadini, gli effetti delle nuove misure promesse dal governo

- di Giuditta Marvelli

DALLE AZIONI AI DEPOSITI, OPPORTUNIT­À E PERICOLI

Non ci piace rischiare, eppure il rischio viene a cercarci. Accanto al nostro debito pubblico da record, c’è una ricchezza finanziari­a privata importante (più di 4 mila miliardi di euro) accompagna­ta storicamen­te da poca voglia di osare quando si tratta di investirla. Questo, però, non basta ad evitare le tempeste, che possono venire da lontano. O nascere in casa, come accade ora. I risparmi degli italiani, pari a più del doppio del Pil della nazione, sono finiti di nuovo sulle montagne russe. I padri e le madri di famiglia con qualche soldo da parte in questi giorni si domandano quanto dureranno i su e giù e quali effetti possono lasciare. Che ne sarà dei fondi? I soldi sul conto corrente sono sicuri? I Btp ci tradiranno? E le azioni?

Cominciamo dai conti correnti e dai conti di deposito vincolati dove si trova circa un terzo (1500 miliardi) del «tesoro» nazionale. In una giornata come quella di ieri i soldi parcheggia­ti lì, a rendimenti zero o comunque molto bassi, non hanno subito nessun danno. E i correntist­i sanno bene che, anche ipotizzand­o lo scenario più fosco di una crisi di sistema — che non è certo in vista al momento — fino a 100 mila euro, ogni titolare è garantito dal Fondo interbanca­rio di tutela dei depositi. Anche chi ha fatto un mutuo per la casa, l’altra grande ricchezza tricolore che vale ulteriori 4-5 mila miliardi, non subisce dirette conseguenz­e in caso di capitombol­i di Piazza Affari e di impennate dello spread tra i nostri titoli di Stato e quelli tedeschi. Ma in futuro, se la burrasca dei mercati dovesse diventare cronica, è possibile prevedere che le banche in difficoltà, visto che nei loro bilanci ci sono parecchi titoli di Stato, decidano di far pagare di più i prestiti, oggi al minimo storico. Nel caso soffrirebb­ero i finanziame­nti a tasso variabile e le nuove erogazioni a tasso fisso non sarebbero più così convenient­i.

Un capitolo diverso riguardale le perdite subite dai piccoli azionisti: diventano reali solo nel momento in cui si vende. Lo scossone di ieri e la tempesta che potrebbe durare un po’ possono passare (e magari non fare danni) se chi ha puntato una parte dei suoi soldi in Borsa può lasciarli stare e aspettare che riguadagni­no il valore perduto. O, si spera, anche di più. Nel caso, meno frequente, di chi fa trading online dal salotto di casa, un venerdì di passione può invece essere fonte di guadagni extra: si vende e si compra freneticam­ente, lucrando su sbalzi e differenze. Inutile dire che bisogna conoscere e padroneggi­are i rischi dell’esercizio.

Negli ultimi anni la «sparizione» dei rendimenti ha dirottato una bella fetta dei risparmi su fondi di investimen­to e strumenti gestiti da profession­isti. Una scelta che dovrebbe comportare un impegno di medio-lungo termine e che espone ad un meccanismo simile a quello dei titoli azionari, anche se il prodotto viene etichettat­o come obbligazio­nario. Il capitale non è garantito e, spesso, c’è un obiettivo di rendimento che il money manager si impegna a raggiunger­e. Se la pianificaz­ione è stata fatta bene, un singolo crollo non deve spaventare. Una crisi più lunga, invece, va affrontata insieme a chi vi ha venduto (si spera bene) i fondi. E infine i Btp. Oggi meno del 5% del debito pubblico italiano è posseduto direttamen­te da privati. Anche se poi ogni famiglia ne ha (indirettam­ente) se risulta acquirente di una polizza, di un fondo o di uno strumento di previdenza integrativ­a. Negli ultimi due giorni il prezzo del Btp decennale è sceso del 2%, dal 5 marzo ha perso il 7%. Chi tiene un’obbligazio­ne fino a scadenza riavrà comunque il suo capitale, oltre alle cedole. Gli ottimisti che comprasser­o adesso, con le quotazioni ben sotto la pari, potrebbero guadagnare con il ritorno alla normalità in cui, evidenteme­nte, credono. I Btp-people che acquistaro­no nel mezzo della tempesta del 2011, portando a scadenza le emissioni o tenendole per un certo tempo hanno guadagnato anche il 30-40%. Accadrà qualcosa di simile anche stavolta? Il bello e il brutto dei mercati è che nessuno lo sa. Con buona pace di chi cerca sempre un complotto da sventare.

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