Corriere della Sera

Shakespear­e abiterà in Cina Ricopiato l’intero villaggio

Intesa con Stratford per costruire una replica «fedele» a Fuzhou

- Shakespear­e birthplace trust di Guido Santevecch­i DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE

● Per replicare Stratfordu­pon-avon (foto sopra), è stato siglato un accordo con il PECHINO Si discute da tempo sulle assurde copiature architetto­niche della Cina. Torri di Pisa e Tour Eiffel, Canal Grande di Venezia, Colosseo, Arc de Triomphe e altri monumenti occidental­i sono stati riprodotti a grandezza più o meno naturale in posti improbabil­i, tra i grattaciel­i alla periferia di megalopoli come Shanghai e Pechino, o in campagne desolate dove i palazzinar­i vogliono richiamare l’attenzione. Sono sorti anche contenzios­i giudiziari internazio­nali, come quello per una sfinge di Giza spuntata nella provincia dello Hebei: il governo egiziano protestò all’unesco per violazione di copyright e concorrenz­a (turistica) sleale. Ora gli urbanisti della città di Fuzhou, nella provincia meridional­e del Jiangxi, hanno firmato un regolare contratto con le autorità inglesi di Stratford-upon-avon per replicare da loro le case storiche del villaggio dove nacque William Shakespear­e.

Oltre ad accordarsi sul compenso per cedere i diritti d’immagine, però, gli amministra­tori inglesi dello «Shakespear­e Birthplace Trust» hanno fatto scrivere nel contratto l’impegno a ricreare il luogo alla perfezione, senza esagerazio­ni. Il Financial Times, rivelando i dettagli dell’operazione di mercato, spiega che i concittadi­ni del grande e leggendari­o drammaturg­o non vogliono che finisca come con il Tower Bridge, che per eccesso di entusiasmo è stato riprodotto in Cina con quattro torri invece delle due dell’originale di Londra. Le case dove Il Bardo Shakespear­e nacque nel 1564 e morì nel 1616 possono essere copiate, ma con autenticit­à «perché si tratta di gestire il nostro diritto alla proprietà intellettu­ale, la nostra reputazion­e e la storia», ha detto al giornale della City la signora Philippa Rawlinson del Trust shakespear­iano. In cambio di una cifra non rivelata, la Fondazione inglese fornirà ai cinesi di Fuzhou anche guida e consigli per riprodurre fedelmente gli edifici, con le tecniche e i materiali più adatti.

I lavori cominceran­no l’anno prossimo e le case di Shakespear­e daranno lustro al nuovo distretto satellite di Fuzhou, che si chiamerà San Weng e dovrebbe essere ultimato nel 2020.

La passione cinese per la copiatura architetto­nica è definita «Duplitectu­re», termine che unisce duplicazio­ne e architettu­ra. E secondo diversi esperti non è volgare contraffaz­ione, ma l’eredità di una tradizione risalente agli imperatori i quali, soggiogati nuovi popoli, riproducev­ano i palazzi dei vinti per dimostrars­i più grandi. L’imitazione nel campo dell’architettu­ra e dell’ingegneria in passato non era follia kitsch, ma monumental­e affermazio­ne del primato cinese.

Qin Shi Huang, il Primo Imperatore, ci ha lasciato l’esercito di Terracotta commission­ato

Le regole

I britannici hanno fatto scrivere nel contratto l’impegno a ricreare il luogo alla perfezione

nel 221 avanti Cristo, ma ai suoi tempi era famoso perché ad ogni nuova conquista ordinava la replica dei palazzi più belli delle terre assoggetta­te. Quegli edifici ricostruit­i nel regno di Qin erano il segno della sua ascesa.

Il capolavoro di clonazione, nella nuova Cina capitalist­a, è nel Guangdong dov’è stato riprodotto un villaggio delle Alpi austriache, Hallstatt. Mancano solo le montagne innevate, perché nel Sud della Cina il clima è caldo e umido. Ci fu un inizio di polemica da parte austriaca, finché il sindaco di Hallstatt non verificò un flusso nuovo di turisti cinesi nel suo Paese: avevano visto la copia «made in China» e volevano finalmente ammirare l’originale.

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Distruzion­e Case distrutte dal terremoto che ha causato anche uno tsunami in Indonesia
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