Corriere della Sera

Borsellino Tre poliziotti a giudizio

- Fulvio Fiano

Rinviati a giudizio per depistaggi­o nelle indagini per la strage di Via D’amelio in cui morirono Borsellino e 5 della scorta. Tre poliziotti avrebbero manovrato pentiti e suggerito false piste.

© RIPRODUZIO­NE RISERVATA ● Secondo le indagini Serena fu sbattuta contro una porta di legno e legata con del nastro adesivo con la frattura alla tempia sinistra della vittima. Due giorni fa il Ris ha certificat­o che i frammenti di legno sugli abiti di Serena non solo provengono da quella porta ma si sarebbero staccati proprio per quell’impatto.

Il corpo abbandonat­o

Serena, che in caserma si era recata per denunciare un giro di spaccio nel quale era coinvolto a suo dire anche il figlio del comandante, secondo l’accusa fu affrontata e picchiata dalla famiglia Mottola, poi portata in un campo, legata mani e piedi, incappucci­ata con una busta di plastica e lasciata soffocare con del nastro adesivo. Sulla parte interna di quest’ultimo c’erano ancora tracce di vernice bianca, che la stessa perizia associa ora a una caldaia presente negli alloggi del comandante. «Arrivano buone notizie, sono fiducioso. Ora manca solo l’ultimo tassello», dice Guglielmo, il papà di Serena, che dal 2001 chiede giustizia.

Viaggio in Polonia

Il pezzo mancante è quello di possibili ulteriori complici nell’occultamen­to del corpo ormai esanime tra i cespugli di Fonte Cupa. I carabinier­i del comando provincial­e di Frosinone, guidati dal colonnello Fabio Cagnazzo, battono diverse piste. Una di queste li ha portati fino a Chem, distretto di Lublino, in Polonia, per ascoltare due ragazze che lavoravano in zona quando ci fu il delitto. Un viaggio senza esito che non chiude però la speranza di arrivare finalmente alla verità.

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