Corriere della Sera

La figlia del capo della moschea nella nazionale di canottaggi­o

Khadija, 18 anni, da Torino a Buenos Aires per i Giochi giovanili

- Di Gaia Piccardi

D alla ripa alle spalle di Corso Sicilia, dove Torino smette di essere metropoli per diventare collina, ogni mattina alle 6 si cala nell’acqua limacciosa del Po l’esempio di integrazio­ne più virtuoso della città dalle 158 etnie e nazionalit­à.

Sull’imbarcazio­ne che batte la gloriosa bandiera del Cus d

Studio e sport È un’emozione incredibil­e che mi ripaga di tanti sacrifici e serate passate sui libri ciliare studio e sport non è facile, mi chiedo anch’io come ho fatto!».

Il progetto del Cus con le scuole parte da lontano. Fu la professore­ssa Carla Cerutti della media Manzoni, anni fa, avere per prima l’intuizione: «Oggi da noi si allenano 1.400 ragazzi appartenen­ti a 98 comunità diverse — racconta l’attivissim­o presidente Riccardo D’elicio —, attraverso lo sport facciamo socializza­re questi ragazzi che sono il futuro del mondo. Certo in Italia viaggiamo con 25 anni di ritardo sulla Francia o sull’inghilterr­a, però creiamo le condizioni per fare gruppo, integrarsi, allacciare amicizie. I pachistani in questi giorni mi chiedono di giocare a cricket... A me, più della prestazion­e in sé, interessan­o le centinaia di studenti come la nostra El Idrissi che ogni mattina remano sul Po».

Arrivata al Cus a 13 anni («Non è facile trovare ragazzini che abbiano voglia di fare fatica, ma lei ha già deciso che andrà all’università: bellissimo!» sottolinea D’elicio), Khadija ha bruciato le tappe. «Uno spirito vincente, determinat­a, estroversa e casinara» la definisce Mauro Tontodonat­i, il bravo coach che l’ha vista sbocciare: «Ha test fisici eccezional­i e un cuore particolar­mente predispost­o per il canottaggi­o. L’anno prossimo lo dedicherem­o all’under 23, senza strafare. Ma la ragazza ha un potenziale fisiologic­o da Olimpiade vera».

Cresciuta in un’ambiente protettivo e tradiziona­lista, che la tutela molto e parla poco volentieri, Khadija è portatrice di un delizioso accento torinese e di una bellezza tranquilla. «Non è stato facile farla venire in giro per gare — racconta D’elicio, che ha rapporti eccellenti con il padre ex calciatore in Marocco e con la madre italiana — però l’ambiente famigliare è molto positivo: lei è stata brava a fare decisi passi avanti e il papà ha capito che il Cus era una grande opportunit­à. A noi interessa formare la persona, prima della campioness­a».

Al di là del divieto della carne di maiale (ma con libertà di velo, che Khadija non usa), nessun intoppo quando è tempo di ramadan: «Allenarsi senza mangiare e bere fino al tramonto sarebbe impossibil­e — dice Tontodonat­i —, ma al Cus non escludiamo nessuno, nella sezione canottaggi­o siamo in 500 e l’integrazio­ne non è certo un problema: si viene per fare sport, punto. Abbiamo cinque protocolli con cinque scuole medie: il progetto è decisament­e decollato». E con la compagnia San Paolo sono in arrivo 2.500 euro per i talenti più meritevoli. A Baires, Khadija sfilerà dietro il portabandi­era Davide Di Veroli insieme ai 74 azzurri impegnati nelle prove tecniche di Olimpiade. «Ho imparato che, organizzan­dosi, si può fare tutto».

Sogni d’oro inclusi.

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 ??  ?? Sul Po Khadija Alajdi El Idrissi, torinese, compirà 18 anni il prossimo 6 novembre. Frequenta il liceo scientific­o
Sul Po Khadija Alajdi El Idrissi, torinese, compirà 18 anni il prossimo 6 novembre. Frequenta il liceo scientific­o
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