Mostriamo i brufoli, senza (più) vergogna
La nuova battaglia social sul diritto a non nascondere le imperfezioni Da Fedez all’attrice Matilde Gioli, i racconti di chi non teme l’acne
Modelli normali A destra, Emma Ford, 27 anni, londinese: ha un milione di follower su Yoytube, dove posta tutorial su come coprire i brufoli. Accanto a lei, Kali Kushner, 23 anni, star di Instagram
Il primo ad accorgersi che gli influencer stanno cambiando lo stigma dei brufoli è stato il New York Times, che ha titolato: «L’acne è cool?». Togliere il punto interrogativo non sarà scontato, ma sui social, la nuova battaglia psicoestetica non è combattere i brufoli in sé, ma la vergogna di averli.
Kali Kushner, di Cincinnati, aveva vent’anni nel 2015 quando ha cominciato a postare su Instagram selfie non photoshoppati, coi segni sul viso comuni a tante coetanee. Ora, il suo account @myfacestory ha cinquantamila follower e lei ha raccontato al Guardian che la sua è una campagna di ribellione contro gli standard stereotipati della bellezza.
Che si tratti di magrezza, di levigatezza, di smagliature, come adesso di acne, i social stanno diventando la piazza dove i portatori d’imperfezione non ci stanno più a far la parte della maggioranza silenziosa. Emma Ford, 27 anni, era un’impiegata londinese e oggi ha un milione di follower su Instagram (@mypaleskin) Cantanti e attrici A destra, Justin Bieber, 24 anni: il cantante non nasconde i brufoli. Accanto a lui, l’attrice Matilde Gioli, 29 anni, e la collega, rapper e cantante Bella Thorne, 20 anni e zero ritocchi e un milione su Youtube. Posta le sue foto coi brufoli e i tutorial su come coprirli. Il suo video #Youlookdisgusting con i commenti negativi ricevuti e il racconto di come ha iniziato a piacersi ha ottenuto quasi 30 milioni di visualizzazioni. Adesso, ha collaborazioni con le linee cosmetiche di Kylie Jenner e L’oréal.
L’attrice Matilde Gioli, 29 anni, ha appena raccontato al settimanale io Donna che non perde tempo col trucco: «Non mi piace barare. Se ho i brufoli, esco di casa coi brufoli».
Già, l’acne non è solo adolescenziale: capita a un ultratrentenne su quattro, colpa degli ormoni, dell’inquinamento ambientale e dello stress. Ha avuto i brufoli anche Fedez, 28 anni, prima di sposare Chiara Ferragni, e li ha esibiti in un video su Instagram («mancano quasi 24 ore al matrimonio e mi è venuta una costellazione di brufoli!»). E, per un Fedez che sdrammatizza, è probabile che qualche migliaio di follower con lo stesso problema pensino che, se li ha lui, anche loro vanno bene così. Non è poco, perché i brufoli angosciano e c’è chi per i brufoli viene bullizzato. Uno studio dell’università di Calgary, pubblicato a febbraio sul British Journal of Dermatology,e realizzato fra il 1986 e il 2012 su 1,7 milioni di persone, ha rilevato che nel primo anno di comparsa dell’acne il rischio di depressione maggiore aumenta del 63 per cento.
«Oggi, l’acne si cura in quattro o cinque mesi, se correttamente trattata con l’aiuto di un dermatologo e non con rimedi fai da te, tipo dentifricio o impacchi di basilico, che peggiorano solo la situazione e a cui ricorrono la maggior parte degli adolescenti», assicura al Corriere il dottor Antonino Di Pietro, direttore dell’istituto
Emma Ford
Ex impiegata londinese di 26 anni, i suoi tutorial sono seguiti da un milione di follower
Dermoclinico Vita Cutis e presidente-fondatore della società di dermatologia Isplad. «Gli ultimi ritrovati sono a base di Alusil, un composto con microspugne d’argento, che è un potente antibatterico, e nei casi più gravi si ricorre a farmaci a base di Isotretinoina», spiega Di Pietro. Quanto alle cicatrici, non sono più eterne: «Si attutiscono o spariscono con microiniezioni di ialuronico, terapia laser o trattamenti Prp, di plasma e piastrine».
Per il resto, ci sono gli hashtag di chi rivendica il diritto di tenersi le imperfezioni: #Acnefree #freethepimple #vivaibrufoli. L’influencer Ashley Benson, 18,9 milioni di follower, su Instagram con la faccia punteggiata di crema anti-acne, era bellissima lo stesso e ha guadagnato 409 mila like. Nel 1975, ne La filosofia di Andy Warhol: Da A a B e viceversa, scritto da Warhol medesimo, c’era lui che si rammaricava di trovare, allo specchio, ogni giorno, un segnetto nuovo. Scriveva: «Penso sia sempre lo stesso brufolo che si sposta». Neppure lui avrebbe immaginato che anche i brufoli avrebbero avuto il loro quarto d’ora di celebrità.