IL RITORNO F&L DI
Frasi fatte e luoghi comuni infestano il linguaggio rischiando di rendere sterile ogni confronto di idee Ecco secondo i due scrittori una possibile soluzione
Carlo Fruttero (a sinistra) e Franco Lucentini in un disegno di Tullio Pericoli S eguivamo l’altra sera un dibattito televisivo sui giovani condotto da Sergio Zavoli, tenuto da una dozzina di eminenti personalità. C’erano tra loro cravatte, maglioni, farfallini; c’erano crani levigati, barbe, folte chiome; c’erano presidenti e segretari, filosofi, ambientalisti, giornalisti, sociologi. Il tema era: i giovani e l’impegno politico, e si può immaginare la vatinua a dividere l’italia e forse l’europa intera tra il serioso, volonteroso vaniloquio post marxiano da una parte e (per reazione inevitabile) lo sberleffo dozzinale, lo sconcio turpiloquio dall’altra.
Ma come spiegare Corot a un cieco, Rossini a un sordo? Come far capire che il buon samaritano esce dal Vangelo nell’istante in cui concepisce e definisce il suo gesto di carità come un «farsi caril co»? Se si dicesse a questi caricofacenti sparsi tra Montecitorio e il Vaticano, tra l’università e la Rai, che la parola è tutto, che tutto è cominciato e comincerà sempre di lì, si otterrebbe al più un benevolo sorriso per il gustoso paradosso.
A volte ci tenta l’idea della maniera forte: un elenco di cliché assolutamente vietati, di frasi fatte che comportino il licenziamento in tronco, l’esilio, il confino, i lavori forzati. Ci scoraggia il pensiero che già dopo un mese sarebbe tutto un Gulag dalle Alpi alla Sicilia.
Eppure un orecchio allergico al luogo comune non è affare soltanto dei letterati; senza saperlo ne hanno disperato bisogno anche gli educatori, i politici e quanti si fanno carico della condizione dei giovani, la cui categoria è appunto, per cominciare, un untuoso luogo comune del più o meno ultimo secolo. Dove sono «i giovani» in Machiavelli? C’è una sola pagina di Alfieri, di Manzoni dedicata ai «giovani»? E che ne dice in merito Leopardi? Un solo grido: «Oh giorni orrendi in così verde etade!». Che riguarda un solo giovane, lui, e insieme tutti i giovani, di tutti i tempi. Ma nessun altro l’altra sera si è fatto carico di citarlo.