Edwin Carcache, due colori di libertà
Edwin Carcache Dávila è per tutti «il ragazzo dal berretto azzurro e bianco». Sono i colori della bandiera del Nicaragua: due strisce orizzontali celesti, come gli oceani che bagnano il Paese, e una fascia centrale, candida, simbolo di pace. Questa bandiera viene portata in piazza da mesi per chiedere che il leader sandinista Daniel Ortega — protagonista della rivoluzione contro il dittatore Somoza e divenuto oggi una sorta di santone dispotico — accetti il dialogo con l’opposizione fermando la repressione che ha provocato da aprile oltre trecento vittime e ha fatto scattare altrettanti arresti. Domenica scorsa i sostenitori del governo hanno aperto il fuoco contro i manifestanti. Tra questi Mercedes Dávila, la mamma di Edwin. «I nostri figli non sono criminali — ha detto — ma combattono per una patria migliore».
È stata lei a raccontare, parlando a La Prensa, la vita e i sogni del figlio: gli studi di comunicazione sociale alla Universidad Centroamericana, le prime esperienze in una radio, la speranza di diventare giornalista sportivo, il tifo per il Barcellona. Ma il Camp Nou di Messi è lontano, ora bisogna «non stare a guardare». In poco tempo Edwin è diventato uno dei dirigenti della Coalición Universitaria e della Alianza Cívica per la Justicia e la Democracia. Arrestato all’inizio di settembre, «El muchacho del gorrito azul y blanco» deve rispondere di reati «terroristici». Giornalisti locali e organizzazioni per i diritti umani contestano le accuse in un Paese dove la violenza è diventata il metodo con cui il presidente e la sua vice (la moglie Rosario Murillo) tentano di rimanere asserragliati al potere.
Intanto il Foro di San Paolo, l’organismo che riunisce i partiti di sinistra latinoamericani, ha difeso il regime di Managua. «Una complicità di casta», scrive su El País Juan Jesús Aznárez, segnale inquietante dell’incapacità di mobilitarsi contro l’autoritarismo. Sarebbe stato meglio, invece, ascoltare Carlos Mejía Godoy, il popolare autore di Nicaragua, Nicaragüita, convinto che i soldati di Ortega sparino anche in alto, oltre che ai manifestanti, per «cancellare dal cielo il nostro emblema bicolore». Ma l’azzurro e il bianco non possono sparire.