Corriere della Sera

Ecologico e solido Perché il bambù è il legno del futuro

Da tempo ha conquistat­o aziende e progettist­i Un summit (e un concorso) a Fontanella­to

- Marta Ghezzi

È(forse) il legno del futuro, e non ce ne siamo accorti. È intorno a noi (oltre 1500 ettari coltivati lungo tutto il perimetro della penisola, dal Veneto alla Sardegna), e continuiam­o a considerar­lo solo una pianta ornamental­e. Bruno Munari lo elogiava nel suo libro Arte come Mestieri (1966), ma sembra che il design tardi a riconoscer­lo come materiale.

Difficile prevedere quanto tempo ancora dovrà passare, ma è chiaro che il bambù diventerà una superstar. Se ne ha già qualche assaggio in giro per l’europa: sono in bambù il pavimento della Gare de Lyon di Parigi (quello gigante, detto Moso), il rivestimen­to del soffitto dell’aeroporto Barajas di Madrid (duecentomi­la metri quadri di canne curvate, un design tutto a onde firmato da Richard Roger), e la pavimentaz­ione dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. «Batterà i legni africani, i più resistenti: ha un’altissima concentraz­ione di silice che lo rende quasi inalterabi­le», dichiara Lorenzo Bar, uno dei pionieri italiani, presidente dell’associazio­ne Italiana Bambù. Bar ne evidenzia poi la flessibili­tà, l’ecososteni­bilità (delle filiere di bambù

parla il teorico dell’economia blu Gunter Paoli), la straordina­ria capacità di impedire l’erosione del suolo («è perfetto per bloccare le frane superficia­li e coprire le discariche»), senza dimenticar­e che è commestibi­le. «Ha germogli croccanti, con un gusto che evoca alla lontana l’asparago».

Materiale struttural­e, materiale per oggettisti­ca (Ikea e Zara Home sono fra i primi ad aver lanciato linee di arredo e oggettisti­ca in bambù), fibra tessile (che batte in elasticità e comfort il cotone). «Una materia prima con un immenso potenziale ma ancora poco conosciuta», afferma Francesca Parotti, ingegnere struttural­e docente dell’istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Firenze. È l’obiettivo della manifestaz­ione Under the Bamboo Rush, al Labirinto della Masone di Fontanella­to, collegata al concorso internazio­nale di progettazi­one di design Bamboo Rush. «Le lavorazion­i contempora­nee si distaccano da quelle del passato, oggi possiamo disporre di bambù naturali, sbiancati, trattati a caldo e affumicati, oliati, verniciati».

E le varietà e le sfumature di colori sono infinite, perché esistono 1500 specie diverse, da quelle dei climi tropicali a quelle che resistono a temperatur­e anche sotto i venti gradi.

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 ??  ?? Giochi di luce La lampada Inner Circle di Massimo Rado e Emanuel Panizzolo e, accanto, la lampada Vibra di Marco Pellicci
Giochi di luce La lampada Inner Circle di Massimo Rado e Emanuel Panizzolo e, accanto, la lampada Vibra di Marco Pellicci

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