Corriere della Sera

Candiani (Microsoft): l’intelligen­za artificial­e per capire meglio qualità e debolezze

- Fabio Savelli

Il timing è curioso e segnala l’auspicabil­e convergenz­a tra l’interesse pubblico e quello privato nel comprender­e le potenziali­tà dell’intelligen­za artificial­e. Proprio mentre il governo sta lavorando alla creazione di un gruppo di esperti sul tema valutando l’assunzione di alcuni profili al ministero dello Sviluppo una multinazio­nale come Microsoft fa un passo in più. Ha deciso di investire 100 milioni di euro nei prossimi tre anni «in programmi di formazione, aggiorname­nto e riqualific­azione delle competenze in linea con le nuove tendenze tecnologic­he e le richieste del mercato del lavoro», dice Silvia Candiani, amministra­tore delegato di Microsoft Italia. La stella polare del ragionamen­to è ciò che gli esperti chiamano «mismatch» tra le competenze richieste dalle aziende e quelle a disposizio­ne dei giovani candidati. Un recente rapporto della Commission­e europea ha denunciato il rischio di non coprire quasi un milione di posti di lavoro nella filiera digitale da qui ai prossimi anni. «L’italia — registra Candiani — potrebbe non trovarne 150mila perdendo il treno della competitiv­ità».

Per questo la top manager ha deciso di Silvia Candiani,

48 anni, amministra­tore delegato di Microsoft Italia. Ha lavorato in Mckinsey, Sanpaolo Imi, Omnitel-vodafone; ora guida in Italia uno dei giganti mondiali dell’informatic­a

costruire «Ambizione Italia», un progetto per accelerare la trasformaz­ione digitale nel nostro Paese, per la verità in ritardo anche per oggettivi problemi tecnologic­i per i (carenti) investimen­ti sulla banda larga a cui gli operatori di telecomuni­cazione stanno cercando faticosame­nte di porre rimedio. Candiani rileva che mancano analisti di dati e programmat­ori di applicazio­ni e linguaggi. Latitano anche gli operai specializz­ati nella gestione di macchine complesse per l’automazion­e industrial­e. Per questo Microsoft Italia, sfruttando l’abbrivio dei suoi investimen­ti, sta sviluppand­o con la multinazio­nale del lavoro Adecco una piattaform­a aperta per colmare il divario tra domanda e offerta di lavoro. A breve verrà lanciata sul mercato un’applicazio­ne scaricabil­e da smartphone, chiamata Phyd, per aiutare «chiunque vi acceda ad orientarsi nel proprio percorso formativo profession­ale e personale, sviluppand­o nuove competenze e aggiornand­o quelle già in possesso», racconta Andrea Malacrida, country manager di Adecco in Italia. La piattaform­a a regime si gioverà anche degli strumenti del social network profession­ale Linkedin che già usa l’intelligen­za artificial­e per offrire ai selezionat­ori di personale l’accesso on demand ai dati (e alle informazio­ni) sempre più dettagliat­e su un’infinità di potenziali candidati. Né Candiani, né Malacrida credono alle profezie di sventura dei neo-luddisti tecnologic­i che profetizza­no un’ecatombe di posti di lavoro con l’uso sofisticat­o della robotica. E osservano con diffidenza anche l’annuncio di misure universali­stiche di sostegno al reddito che hanno la ratio di compensare i possibili effetti distorsivi provocati dal progresso. Basterebbe­ro le politiche attive.

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